EMANUELE DOTTO E LA “SUA” EPICA ALESSANDRIA SEMIFINALISTA DI COPPA ITALIA

EMANUELE DOTTO E LA “SUA” EPICA ALESSANDRIA SEMIFINALISTA DI COPPA ITALIA

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(Luca Savarese) – L’Alessandria è in semifinale di Coppa Italia. La squadra di Angelo Adamo Gregucci, dopo aver espugnato ilMarassi di Genova, sbanca anche il Picco di La Spezia e vola là dove le pagine della storia sono bianche come la neve. Liguria, prima Genova, poi La Spezia, sverginata dai baldi alessandrini, il piccolo orso grigio è una molla. Non vuole più fermarsi. Solo con una fantasia certa di sovvertire i pronostici si può andare a battere e, nelle loro tane per giunta, Palermo, Genova e Spezia e prendere i picconi della gloria là dove sembrava si dovessero mettere le infradito della paura. Forse Gregucci deve aver fatto leggere ai suoi prodi, un passo di Eduardo Galeano: Il calcio continua a voler essere l’arte dell’imprevisto. Dove meno te l’aspetti, salta fuori l’impossibile. Il nano, impartisce una lezione al gigante, il nero allampanato e sbilenco, fa diventare scemo l’atleta scolpito in Grecia”. Ieri sera ero aRadio Bla Bla aStadi e Città”, dove ci siamo fatti una divertente chiacchierata con Fabrizio Cappella, spesso seconda voce di Tutto il calcio minuto per minuto” al San Paolo per le gare del lanciatissimo Napoli e prima voce per la cadetteria per le gare dell’Avellino e della Salernitana. Non ho potuto quindi godere, in diretta, dello spettacolo dello stupore offerto da un inedito quarto di finale della Coppa nazionale. Appena rincasato, su molte televisioni, impazzavano le immagini degli alessandrini e di quello che avevano appena realizzato. Mi sono soffermato soprattutto sull’abbraccio tra i giocatori ed il pubblico che sporgeva dalla Curva Piscina. Altro che piscina, era un mare di felicità. I gol però, non li ho voluti vedere, ma sentire. Andando infatti a Radio Bla Bla in macchina, avevo sentito i primi minuti dell’incontro sulle frequenze di Radio 1 Rai, accorgendomi che il racconto del sentitissimo quarto di finale, era affidato alle voci di Emanuele Dotto e Giorgio Specchia. Sapevo del tifo di Dotto per i grigi, che risale a quando il giovane Emanuele si lasciava deliziare da Rivera, Lojacono ed altri talenti. Non sapevo che la seconda voce Specchia, fosse spezzino e tifoso delle aquile. Al di là dei campanili, opposti l’un contro l’altro, armati di mille motivazioni, il veterano e prestigioso radiocronista genovese ribadiva la loro oggettività nel descrivere le sorti della partita. Ecco perché ho voluto addormentarmi con l’ascolto della sintesi registrata della radiocronaca (qui sotto, clip a cura di TuttoilCalcioBlog mxm20152016) e posticipare le immagini al mattino.

 

Son felice per Emanuele. Anni di radiocronache, trasferte, Europei, Mondiali, vissuti parlando di altre squadre, e pensando qualche volta ai suoi amati grigi dell’Alessandria e poi un giorno, una sera di fine gennaio del 2016, il destino gli confeziona una tavola con una pietanza che solo lui avrebbe potuto gustare così: l’Alessandria che se la gioca contro Lo Spezia e che poi, alla fine, ce la fa. Ho pensato a quando il Parma iniziava a far la voce grossa proprio attraverso il canale della Coppa Italia. Con Sacchi negli anni Ottanta, e poi andando a vincerla, ma già come formazione di serie A, nel 1992 con Nevio Scala in panca. Ho pensato che io tifo Parma proprio grazie alla prima Coppa Italia vinta dai crociati. Chissà quanti bambini ieri sera, dinanzi a quel secondo tempo gagliardo dei piemontesi, magari, avranno deciso, nel loro piccolo cuoricino, di tifare Alessandria. Riccardo Bocalon, la punta che Gregucci ha messo dentro e che ha consegnato la qualificazione agli ospiti con una doppietta, di destro e di testa, mi ha ricordato, in scala ridotta, Trevor Francis che si sbarazza degli avversari di turno ed apre al Nottingham Forest la strada per un sogno che poi si chiamerà Coppa dei Campioni 1980. Nel sentire Dotto come interviene per segnalare il raddoppio dei grigi, con che gioia, trattenuta ma fino ad un certo punto, pronuncia il nome di Bocalon, ho provato un brivido, anche se non ho mai tifato Alessandria. Se uno è un tifoso serio e sereno e non nasconde la propria fede calcistica, prima o poi, la squadra gli fa un regalo, inatteso, imprevisto e mentre lo scarti, devi state attento a non lasciarti andare poi più di troppo, perché lo stai raccontando tu, agli altri. Mi è venuta in mente una frase che mi disse Emanuele, fuori dal Meazza, l’8 dicembre del 2013, una sera, dopo un Inter-Parma, quando lo conobbi e percorsi con lui il pezzetto di cemento che porta dalla fine della tribuna stampa ai cancelli di San Siro, dove la nebbia avvolgeva le nostre parole. “Con grande determinazione, otterrai quello che desideri”. La sua Alessandria, ha rimesso mano al libro di storia del calcio, col calamaio di quella determinazione. Emanuele Dotto, dopo una lunga militanza al seguito delle vicende di varie contrade, ieri sera, ha ottenuto, nella classica sua veste di radiocronista, quello che il suo animo di tifoso alessandrino inseguiva da una vita. Però, calcio, cosa sei capace di creare! Luca Savarese

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