All’interno del carcere di San Michele
Per la prima volta in assoluto siamo in grado di offrire ai nostri lettori un viaggio fotografico all’interno della Casa di Reclusione di San Michele, un’occasione unica per prendere contatto con una realtà che è parte della città e come tale deve essere sempre più valorizzata. Scopriamo insieme com’è organizzata la vita dentro la struttura… visitandola
ALESSANDRIA – Grazie a una
speciale autorizzazione dal Ministero della Giustizia abbiamo potuto
documentare (almeno in parte)
la vita all’interno della Casa di reclusione di San Michele : una “città in miniatura” con il bisogno di non perdere contatti con il resto di Alessandria, un luogo di sofferenza ma anche di riscatto, carico di storie che attendono di essere raccontate. Questo reportage fotografico è solo la prima tappa di un lungo viaggio.
Per chi pensa al carcere e ne parla senza mai averne visitato uno , questa può essere l’occasione giusta per scoprire com’è organizzato all’interno, quante tipologie di attività ospita, in quali spazi e con quali ritmi.
Quella di oggi è solamente la prima tappa di un viaggio che ci porterà a
scoprire alcune delle storie di vita che la Casa di Reclusione porta con sé,
superando il semplice senso di curiosità (a tratti morbosa) che spesso caratterizza il nostro rapporto con il carcere pertrasformarlo in una comprensione più profonda del
ruolo che una struttura detentiva e di rieducazione dovrebbe avere nella nostra società , delle difficoltà che attraversa, delle sfide che è chiamata quotidianamente ad affrontare e di come riesca o non riesca a gestirle.
Dai laboratori alle celle, dalla cucina all’infermeria, dal cortile al teatro, dalla scuola al campo da gioco, ecco per la prima volta in un percorso fotografico l’interno della Casa di Reclusione di San Michele. Entriamo dunque, la porta è (eccezionalmente) aperta…
Il carcere di San Michele ha un sistema di mura concentriche al proprio interno. Superare la sbarra posta all’imbocco della strada, in corrispondenza del blocco di controllo e del parcheggio per gli operatori e gli ospiti, non è che il primo passo per entrare all’interno della struttura
Ad accoglierci vi sono sulla sinistra gli uffici di direzione e amministrativi. Siamo nel cortile della Casa di Reclusione e per chi lavora qui non ci troviamo veramente all’interno del carcere, che inizia superato il muro di cinta posto più internamente alla struttura.
Lungo il perimetro esterno vi sono alloggi ormai non più utilizzati e ampi viali che costeggiano la struttura
Un tempo il direttore del carcere e il comandante della polizia penitenziaria vivevano all’interno della struttura, in appartamenti con un piccolo giardino privato posto di fronte all’abitazione. Ora questi spazi non vengono più utilizzati perché il personale, finito l’orario di servizio, risiede tutto all’esterno.
La sensazione di imponenza del muro, dotato di diversi sistemi di sicurezza, mista al silenzio quasi assoluto che ci circonda, ci fa immediatamente capire di trovarci in un luogo particolare e differente da qualsiasi altra costruzione in città
E’ tempo di varcare il muro e di entrare effettivamente all’interno del complesso carcerario
Nella zona dedicata ai colloqui, una delle prime ad accoglierci una volta superati i controlli di rito (che per ragioni di sicurezza non possiamo mostrare qui), c’è anche un piccolo parco giochi per i bambini e alcune panchine poste all’aperto
Il blocco principale è costituito dai 3 piani dedicati alle celle, più gli spazi amministrativi, i laboratori, l’infermeria, e le aree adibite all’insegnamento (la Casa di Reclusione di San Michele ha al proprio interno alcune sezioni alle quali accedere per poter diventare geometri e la possibilità di intraprendere studi universitari in accordo con l’Università Amedeo Avogadro). A colpire però dal primo pomeriggio è il silenzio (rotto solamente dalla musica che si sente uscire da qualche cella). Tutto (o quasi) si ferma poco dopo pranzo per riprendere solamente la mattina seguente
All’interno i diversi casellari per smistare tutta la documentazione inerente le tanti attività che coinvolgo quotidianamente il carcere, una struttura capace di accoglie e di gestire ogni aspetto della vita di un numero di detenuti compreso fra 200 e 400 (oggi sono poco meno di 300) e di tutto il personale dell’istituto
Entriamo ora nei bracci dell’istituto. Scritte sul muro ci aiutano a orientarci in un vero e proprio dedalo di corridoi, finestre con inferiate e cancelli chiusi a chiave. Il colore che predomina è il giallo (tutte le porte e le finistre sono di questo colore)
Uno degli spazi dedicato al colloqui fra gli operatori e i detenuti
Il teatro è il luogo dove vengono svolte attività ricreative e didattiche con i detenuti, anche grazie all’impegno di operatori e volontari
E’ presente anche una piccola sala hobby con alcuni strumenti musicali
Questo è lo spazio dedicato all'”aria”, cioè al periodo che i detenuti possono passare all’aperto. E’ in effetti molto ridotto e completamente spoglio
Andiamo fino in fondo al cortile: questo è quanto si può osservare ponendosi all’estremità dello spazio dedicato alle ore d’aria, spalle al muro, e rivolgendo lo sguardo all’istituto
Prendiamo il corridoio che ci porta all’area dei laboratori e agli spazi dedicati all’insegnamento
Cattedra, lavagne e banchi: le aule dedicate all’insegnamento non sono differenti da quelle di qualsiasi altra scuola (sebbene più piccole). Alle finestre però le sbarre non mancano mai.
Fra i laboratori più seguiti vi è quello di pittura. I detenuti selezionati per parteciparvi studiano storia dell’arte, riproducono opere famose e lavorano a progetti originali.
Una riproduzione de “Il bacio” di Klimt realizzata da un detenuto
Alcuni detenuti al lavoro nel laboratorio artistico
Il grande, coloratissimo, pannello una volta ultimato sarà posto nell’atrio della facoltà di Scienze MFN nella sede dell’Università Amedeo Avogadro di Alessandria
Un’aula informatica (uno dei corsi che è possibile seguire all’interno della Casa di Reclusione)
Un’aula informatica (uno dei corsi che è possibile seguire all’interno della Casa di Reclusione)
L’interno di una piccola aula dedicata al corso per geometri
Come in ogni scuola non manca neppure il registro.
Fra i diversi corsi, ce n’è anche uno di cucina e per aiuto cuoco. Le attività si concentrano nell’offrire ai detenuti competenze direttamente spendibili una volta rientrati in società.
Il laboratorio di falegnameria
Un compito in classe lasciato momentamente a metà (la realizzazione di un mobile).
Gli spazi dedicati ai bagni e alle docce.
Anche i lucernari ovviamente sono dotati di sbarre.
I numerosissimi cancelli interni (uno alla fine praticamente di ogni corridoio) sono anch’essi gialli.
Entriamo ancora più in profondità nell’istituto: un altro cancello, un altro corridoio.
Fra le attività pensate per i detenuti, anche un laboratorio di sartoria. La Casa di Reclusione di San Michele è la meta di coloro che hanno ricevuto una pena da scontare lunga: è indispensabile offrire alle persone opportunità per impiegare il proprio tempo e accrescere le possibilità di poter badare a se stesse una volta finito il periodo di detenzione.
Un particolare della vista che si ha a disposizione lungo i corridoi dell’istituto.
Targhe sulle porte, tutte gialle, tutte uguali, aiutano a orientarci: qui siamo a pochi passi dallo spazio adibito a biblioteca.
Il Piccolo Principe, pare, si legge anche in carcere
Anche all’interno del carcere non manca l’ironia.
La biblioteca non è solo il luogo dove si possono ottenere libri da leggere, ma anche l’occasione di incontrare chi ci può aiutare a compilare l’infinita quantità di “domandine” che scandiscono la vita all’interno dell’istituto. Per qualsiasi richiesta se ne deve compilare una, anche per le esigenze di vita quotidiana che a noi possono sembrare più banali. Se si è stranieri, o nuovi di una struttura detentiva, qui si trova chi può assisterci per compilare in italiano corretto e senza commettere errori le nostre richieste.
ll’interno del carcere esiste una cappella dedicata alla preghiera, ma sugli altri piani sono comunque allestiti spazi “di fortuna” per consentire a chi lo desidera di compiere le attività di preghiera richiesta dalla proprie fede. Ecco uno di questi spazi, sicuramente essenziale nel suo allestimento, destinato ai detenuti di fede musulmana.
Ancora uno sguardo verso l’esterno. Il muro di cinta è lontano. Qui, sotto le finestre, una porzione del cortile (quello abitato da molti gatti, ricordate?)
Entriamo ora nell’Infermeria. E’ qui che i detenuti vengono visitati e ricevono il primo soccorso in caso di bisogno.
Fra i servizi medici direttamente fruibili all’interno della struttura vi è anche quello odontoiatrico, con tanto di studio dentistico attrezzato. Anche qui le sbarre alle finestre sono la regola.
Così tante persone in poco spazio richiedono una grande organizzazione e una serie di servizi accessori che non si fermano mai. Fra questi, un’enorme lavanderia
Le lenzuola appese ad asciugare
Enormi lavatrici e asciugatrici assicurano il ricambio della biancheria e delle lenzuola
Siamo ora in cucina. Qui vengono preparati centinaia di pasti ogni giorno
Ad accompagnarci nel nostro viaggio ci sono sempre le guardie penitenziarie. A colpirci sono le tantissime chiavi appese alla cintura
Ci dirigiamo ora verso le sezioni che contengono le celle vere e proprie. Altro cancello giallo, altra chiave.
Molti spazi si assomigliano e non è semplice mantenere l’orientamento
Qui è possibile avere colloqui con gli psicologi (che insieme agli educatori svolgono un ruolo essenziale nella struttura)
Le macchine per la distruzione di bevande e piccoli spuntini, a disposizione del personale di sorveglianza e degli operatori
Siamo ai corridori che ospitano le celle
Questo è il braccio dedicato alla reclusione delle persone che studiano all’interno del polo universario e didattico del carcere.
Siamo realmente nella cella (singola) di un detenuto (che ce la cede cortesemente per qualche istante)
Un poster, una televisione, qualche mensola
Il bagno interno alla cella
Al piano vi è anche uno spazio dedicato allo studio con tanto di pc (privi della connessione a internet)
A disposizione dei detenuti c’è anche un piccolo spazio cucina dove è possibile preparare il caffé e semplici alimenti in grado di integrare ciò che viene passato dal servizio di refezione dell’istituto (i pasti vengono consumati all’interno delle celle e non esiste un’area adibita a refettorio)
Ci avviamo verso l’uscita, per visitare altri spazi comuni all’esterno
Prima però diamo uno sguardo a uno spazio adibito a palestra
Siamo all’esterno (ma ancora all’interno delle mura). Qui un’altra parte della zona cucina
L’area del forno dove vengono prodotti, grazie alla collaborazione con una cooperativa, gli alimenti che vengono poi venduti all’esterno del carcere (fra questi i grissini, le pagnotte e le grandi forme di pane venduti al supermercato con il marchio de “Il pane quotidiano”)
Alcuni utensili e macchinari necessari per la produzione del pane.
Usciamo dal corpo centrale dell’istituto per percorrere il perimetro interno
Il campo da calcio a disposizione dei detenuti durante il periodo d’aria (in alternativa alla fruizione del piccolo cortile che avevamo visitato all’inizio del nostro percorso)
Gli alberi da frutta. Un tempo esisteva una produzione interna all’istituto destinata anche all’esterno. Oggi questa attività è sospesa ma gli alberi continuano a produrre
A colpirci, ancora una volta, è il grande silenzio che ci avvolge. Siamo nel tardo pomeriggio. Tutto dopo il cambio del personale di guardia è congelato e le attività riprenderanno domattina
Torniamo verso l’esterno del muro di cinta. Sulla sinistra le reti che un tempo ospitavano le quaglie, un altro dei progetti (in questo caso di allevamento) tentati all’interno della Casa di Reclusione di San Michele
Un biliardino utilizzato probabilmente molto, molto a lungo
Usciamo dalle mura. Siamo tornati nel cortile più esterno dell’istituto. La zona delle celle e i detenuti sono ormai lontani
Qui, nella parte più esterna, trovano invece alloggio gli ex detenuti che godono ormai di un regime di semi-libertà, alcuni lavorando di giorno esternamente al carcere, altri internamente.
Qui le sbarre alle finestre ci sono ancora, ma la libertà delle persone è già decisamente maggiore
L’enorme caldaia che, dal cortile, serve l’intero istituto
Siamo al parcheggio, visibile anche percorrendo con la macchina il tratto di strada di fronte al carcere. Un passo e saremo del tutto fuori dall’istituto
La rete sul perimetro esterno della Casa di Reclusione di San Michele è ormai a un passo. A pochi metri da noi le auto sfrecciano sulla strada di San Michele
Il nostro viaggio per oggi è concluso. Ma non finisce qui: grazie a un accordo con la Casa di Reclusione di San Michele dal mese prossimo ospiteremo alcune storie di vita dei detenuti e del personale del carcere. La Casa di Reclusione è una parte della città, interagisce con essa in molti modi, anche se spesso non ne abbiamo percezione. Il nostro obiettivo sarà quello non solamente di permettere ad alcune storie di vita di uscire, ma ad altre di entrarvi, contribuendo a mantenere vivo il legale fra una struttura che deve essere di riabilitazione e la città che la ospita. Attraverso AlessandriaNews.it potrete inviare le vostre domande e interagire direttamente con chi vive ogni giorno all’interno della struttura.