Descrizione Araldica e storia dello Stemma di Alessandria
Descrizione Araldica dello Stemma
D’argento alla croce di rosso, circondato da due rami di quercia e d’alloro, annodati da un nastro dai colori nazionali; sostegni: due grifoni al naturale controrampanti, con le teste rivolte e le ali spiegate; motto: DEPRIMIT ELATOS LEVAT ALEXANDRIA STRATOS; corona da Città
Origini e Simbologia dello Stemma
Il motto si traduce con: Alessandria umilia i superbi ed esalta gli umili
Blasonatura del Gonfalone
Della forma regolamentare consistente in un drappo di bianco, alla croce di rosso, con la bordura del campo, delimitata da un filetto di rosso, caricata della scritta in caratteri romani dello stesso, DEPRIMIT ELATOS LEVAT ALEXANDRIA STRATOS
Caratteristiche Stemma
Simboli: Grifone
Colori: Argento, Rosso
Le Origini dello stemma di Alessandria
Lo stemma di Alessandria, d’argento alla croce piana di rosso, è significativo per le particolari circostanze relative all’origine della città e per la collocazione cronologica di tale evento, la seconda metà del XII secolo, proprio nel periodo cruciale dell’affermazione dell’araldica, quando l’insegna sullo scudo, ancora incerta nell’acquisizione di una definitiva stabilità iconografica e generalmente limitata ai sovrani e ai grandi feudatari, incomincia a diffondersi presso i banneresi e i semplici cavalieri. Tuttavia la pezza araldica della croce svolse un ruolo non nell’ambito delle insegne famigliari, ma nell’araldica comunale italiana. Numerose sono infatti le città che hanno tale insegna, alcune delle quali nella medesima composizione cromatica di quella di Alessandria: senza pretese di completezza, Genova, Milano, Firenze, quest’ultima come insegna del Popolo, Bologna, Alba, Ivrea, Mantova, Padova e Vercelli.
La tradizione identifica tali insegne come quelle usate alle crociate dai contingenti cittadini, che le avrebbero conservate e trasmesse ai rispettivi comuni. Tale tesi, così formulata come genesi universale del fenomeno, non è però accettabile.
Infatti, prendere la croce corrispondeva essenzialmente all’assunzione di un oblbigo personale, a un voto, la cui inadempienza, come d’altro canto l’usurpazione dei beni del crociato approfittando della sua assenza, comportava la pena della scomunica. Una volta sciolto il voto, veniva meno il motivo principale per l’adozione della insegna crociata. Certo era possibile che persone, prive di un emblema individuale o ereditario, conservassero l’insegna crociata. Ciò spiega l’assimilazione della croce al leone nella celebre sentenza francese: ” qui n’a pas d’armes porte un lion”. Era anche possibile che una particolare impresa compiuta durante la crociata o episodi decisivi per la famiglia connessi a tale evento determinassero l’adozione di tale insegna, costituendo così il nucleo iconografico dello stemma gentilizio.
Testo tratto da Rivista di Storia, Arte e Archeologia per le Provincie di Alessandria e Asti di Romeo Pavoni.