Bel scritto sull’origine del nome dei fiumi di Matteo Zàccaro.

Bel scritto sull’origine del nome dei fiumi di Matteo Zàccaro, che ringrazio. “Il Tanaro e la Bormida sono presenze tutto sommato silenziose, nella vita quotidiana di noi alessandrini: sappiamo che siano lì, li vediamo scorrere, e passeggiano tranquilli nei loro alvei come noi per Corso Roma o per via San Lorenzo. Non capita quasi mai che li nominiamo: se andiamo a correre, per esempio, non andiamo “sul Tanaro, ma “agli argini”, se andiamo a fare una passeggiata “andiamo massì, lì, a vedere il Meier (che poi andrebbe pronunciato [Maier])” .
Capita però, e sono giorni come questi, che i fiumi si facciano sentire, e allora i loro nomi sono sulla bocca di tutti. Chissà quante volte e quanti alessandrini, almeno dal 1181, all’arrivo di novembre, si sono preoccupati come noi!
E a tutti, almeno una volta, è certamente venuto il dubbio: “Ma perché si dice ‘la Bormida’? E cosa vuol dire?”.

I nomi dati ai luoghi e alle cosa della natura hanno sempre un perché, e lo dimostra anche il nome della nostra città: chi arriva -o chi leggeva il nome su una carta- sapeva che stavamo dalla parte del Papa, tant’è che l’imperatore la chiamò (civitas) Cesarea, “(città) dell’Imperatore” -ma si sa, siamo un po’ restii alle novità: lasciamo fare, e poi torniamo a quello che abbiamo sempre fatto, e quindi siamo tornati Alessandria, e Cesarea è caduto nel dimenticatoio.
I fiumi non fanno eccezione, e se si chiamano così ci sarà un perché.
Ma non è un perché di oggi, né di ieri, né un capriccio dell’Imperatore o del Papa: Tanaro e Bormida sono nomi che hanno qualche migliaio di anni. Dopo il ’94, il libro che commemorava l’alluvione del Tanaro si chiamò “Alessandria e il tuono”: mai nome fu più azzeccato! Gli antichi erano esattamente come noi, così, durante un’alluvione preistorica, dovettero udire anche loro un tuono, e infatti chiamarono il fiume ” *Tn̥hₐărŏs”, “Tonante”, che è la stessa radice del nome del dio celtico Thor (l’Avenger col martello, per intenderci), perché forse avranno pensato che il tuono udito all’esondare delle acque fosse un segno del dio.La Bormida, invece, è donna semplicemente perché finisce in -a, e ai protoalessandrini (avranno avuto la erre moscia anche loro? Chissà), doveva apparire un bel posticino per un bagno caldo, per cui la chiamarono “*Bʱŏrmĭdʱh₁ăhₐ”, “il luogo in cui è posto il ribollimento” , o, in alternativa “luogo tiepido”. Bormida SPA, praticamente. Che bisogno c’è di andare a Sirmione? Però forse potremmo andare a Bormio, il cui nome ha la nostra stessa origine, motivo per cui potrebbero farci uno sconto.Queste sono le cose che possiamo sapere su come gli alessandrini di millenni fa vedessero i fiumi. Che andassero a correre agli argini anche loro, non so se potemmo mai saperlo per intanto, piuttosto che gnente, è meglio piuttosto”.