C’era una volta il Campo Scuola

C’era una volta il campo scuola. Si, esatto, avete capito bene: c’era. Quello che era nato come punta di diamante delle strutture sportive polivalenti di Alessandria, oggi vive una situazione infelice (eufemismo), abbandonato alla fatiscenza, all’incuria e all’obsolescenza delle strutture. A pochi giorni dal mio articolo in cui spronavo le istituzioni a investire sullo sport, ecco la doccia gelata, la chiamata da parte di Davide Lingua che mi informa della situazione.

L’impianto è poderoso. Pista, pedana per salto in lungo, in alto, siepi, gabbia per il lancio del martello, del peso e del disco, palestra coperta con campo multi-uso per calcetto, pallavolo e basket, ampi spogliatoi e tribuna, il campo scuola è provvisto di tutto ed è stato polo attrattivo per centinaia di giovani alessandrini negli ultimi 20 anni.

Ora, però, arrivano i problemi. La pista ha 19 anni e ha bisogno di un restyling. Le postazioni per il salto in alto e con l’asta non sono più a norma e non si possono nemmeno usare per gli allenamenti per non compromettere la salute degli atleti. La gabbia per il lancio è stata smantellata a seguito delle bizze climatiche di questa estate che ne ha compromesso la sicurezza. L’attrezzatura, poi, come ostacoli e blocchi, è vecchia e non più omologata.

Rebus sic stantibus (stando così le cose per chi non mastica latino), il campo scuola ha visto un sensibile calo delle manifestazioni che ora si limitano a sporadiche gare provinciali per i bambini (a loro rischio e pericolo, visti i problemi del manto). Un vero e proprio colmo per chi ha allenato atleti del calibro di Roberto La Barbera e Valeria Straneo (da poco Argento alla maratona dei Mondiali). Una vera beffa per tutti quei bambini che trovano nello sport e nell’atletica uno sfogo, una passione o un mezzo per emanciparsi.

In tutto questo, il silenzio delle istituzioni (dietro allo slogan “non ci sono fondi”) e i timidi vagiti della stampa alessandrina. Chi me ne parla, con una passione ed un entusiasmo fuori dal comune, è Davide Lingua, atleta di salto in alto e responsabile Sport di Sinistra Ecologia e Libertà.

Quali problemi lamentate principalmente, Davide?                                                        Sicuramente l’usura della pista, l’attrezzatura che ormai deve essere sostituita, la gabbia del martello è da rifare dopo la bufera del 9 luglio, bisogna ricomprare blocchi e ostacoli ormai arrugginiti, e bisognare mettere un nuovo manto alla pista che ha 19 e che la Mondo (ditta leader mondiale nel settore) ha garantito fino a 20 anni.

Chi gestisce il campo scuola?                                                                                            Lo gestisce il comune coi suoi dipendenti. Ci è stato dato in gestione dall’amministrazione Scagni nel 2007 per un anno, perchè poi Fabbio lo ha ridimensionato riportando quindi la gestione al comune.

A quanto ammontano i costi per sistemare e rendere la struttura a norma?                Per  metterla a posto avremmo bisogno, contando sicuramente la pista,  i materassoni, la gabbia e tutte le attrezzature, di circa 600 mila euro, anche se poi dipende dal tipo di terreno.

Cosa avete chiesto alle istituzioni e cosa hanno risposto?                                            Innanzitutto mi sono mosso sia come responsabile sport di Sel sia come atleta (fa salto in alto e ha vinto i campionati regionali assoluti liguri e ha fatto la finale dei campionati nazionali, ndr), presso l’assessore allo Sport Giancarlo Cattaneo ( che è anche vice sindaco, ndr) da cui non ho avuto risposta. Ho sollecitato il suo segretario ma nemmeno da lui ho mai ricevuto risposta. Colgo l’occasione per invitare l’assessore Cattaneo a riflettere sulla propria delega e a interessarsi maggiormente dello sport. Inoltre ho avuto un colloquio con l’assessore Lombardi che ha risposto che non ha la delega necessaria, perchè lui si occupa di Ambiente.

Perché pensi che, in un momento di crisi e tagli, un comune in dissesto come Alessandria dovrebbe spendere soldi per il campo scuola?                                      Secondo me dovrebbe spenderli perché è un bene prezioso di questa città; fare sport, correre e muoversi sono fondamentali per lo sviluppo psico-fisico dei ragazzi e la formazione passa inevitabilmente di qui; poi la città merita una struttura di questo genere perché gli atleti sono numerosi ed è giusto che abbiano una struttura idonea. Io, ad esempio, mi sono dovuto spostare in Liguria perché non potrei allenarmi su quel Tartan. Per finire, qualsiasi paese civile offre a dei giovani meritevoli una struttura che li valorizzi, abbiamo perso (come Atletica Alessandria) atleti tra i più meritevoli.

Come funziona l’Atletica Alessandria?                                                                                È una società normalissima di atletica che non ha fondi e sopravvive con le tessere e non ha fondi pubblici o qualcuno che investe. Un tempo facevamo meeting (1 maggio)e circuiti di interesse nazionale che ora si sono persi totalmente.

Che importanza svolge il campo scuola in ambito sociale, cosa ti ha spinto all’atletica?                                                                                                                           Ci sono svariati motivi. Per come l’ho vissuta, avendola cominciata per caso alle scuole medie, è stato grazie a Paolo dal Molin che pubblicizzava l’atletica nelle scuole (e questo non si fa più) e da lì è nata subito la passione. E comunque è indecente non dare un servizio del genere a un giovane che vuole, che ne so, fare lancio del martello o salto in alto. Cosa deve fare? Va ad Asti tutti i giorni, che li la pista la stanno facendo?

So che hai attivato una pagina facebook per sensibilizzare le persone, che mi dici?                                                                                                                                      La pagina si chiama Salviamo il Campo di Atletica di Alessandria, è una pagina mia personale con più di 500 mi piace, ha lo scopo di sensibilizzare e informare le persone con il fine di creare un comitato per la raccolta firme. Sta prendendo piede e mi piacerebbe uscire dal Web, nonostante i silenzi dell’amministrazione.

di Giovanni Pratifoto-1 foto-1-copia foto-2