LE PORTE di ALESSANDRIA nel ‘600

LE PORTE di ALESSANDRIA nel ‘600

Pianta di Alessandria nel Seicento. In evidenza l’ubicazione delle porte.
1 – Rezolia / Ravanale. Esisteva già nel sec. XIII in fondo all’odierna via Mazzini. Chiusa per un certo periodo per ragioni che non ci sono note, fu riaperta nel 1347 con delibera comunale citata al cap. 396 degli Statuti. Come ricorda il Ghilini (ed. 1903, I, p. 352), deve il nome Rezolia al vicino gruppo di case (Rezolia, Arzola) situato nel luogo più tardi occupato dall’Ospedale S. Giacomo. Ristrutturata nel 1658 per ordine del governatore Garcia Fernando Ravanal (donde la nuova denominazione), venne distrutta nel 1868.
2 – Marenga o di S. Spirito. Si apriva nel settore orientale delle mura medievali in sito non precisato. Ricostruita più ad est in epoca spagnola, nel Sei – Settecento occupava l’incrocio tra via Tortona e spalto Marengo, fiancheggiando a sinistra la cinta della secentesca cittadella, ampliamento di quella voluta dai Visconti al principio del sec. XV (al posto di questa cittadella sorgerà nel 1816 una piazza d’armi). Una porta daziaria detta di porta Marengo, ricostruzione di quella secentesca, rimase in piedi fino al secondo dopoguerra.

3 – Fori / Genovese. Di origine medievale, si apriva all’altezza di piazza Marconi e dava sull’antica strada per Genova e su quella per Villa del Foro. Dopo la sistemazione della rete stradale d’età napoleonica diventa porta Savona, ma il manufatto a quell’epoca non esiste più. Il toponimo “Porta Savona” resta invece fino all’inizio del sec. XX ad indicare l’attuale piazza Marconi.
4 – Sotella. Situata a sinistra del ponte, lungo l’odierno lungotanaro S. Martino, risulta aperta, fino al sec. XVI, sul Campus Roste (dal nome del canale della Rosta che recava l’acqua in città e alimentava le gualchiere della manifattura tessile dei frati Umiliati di S. Giovanni del Cappuccio, dov’è oggi la chiesa di S. Rocco). Ricostruita dal governatore spagnolo Antonio Sotelo (1642-1650), venne atterrata intorno al 1860.
5 – Albareti / degli Orti. Ubicata a destra del ponte, dov’ è oggi corso Monferrato, dava su un’area fino al sec. XV scarsamente urbanizzata, occupata da orti e macchie di vegetazione spontanea (il nome antico, Albareti, si lega alla voce albra / arbra = pioppo). Fu demolita al principio del XIX secolo a seguito del potenziamento della cinta fortificata a protezione del ponte sul Tanaro.
6 – delle Vigne. Posta a Borgoglio, in direzione di Valenza, scompare a metà del sec. XVIII con l’intero quartiere (sacrificato per l’erezione della cittadella sabauda). La zona su cui si apriva ancora nel Seicento era ricca di vigneti, donde il nome della porta ( poco più a nord si trova tuttora la borgata degli Autini che rimanda agli alteni, voce indicante la coltura promiscua della vite).
7 – S. Alessio / di Asti. Molto antica, era situata lungo le mura occidentali di Borgoglio, dove a metà del sec. XVIII verrà costruita la porta del Soccorso della Cittadella sabauda.
Tratto da “I Grafismi Boccassi”.
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