TIM CUP – Quarti di finale – Spezia- Alessandria 1- 2 (18/01/2016) – Tabellino e commenti

TIM CUP – COPPA ITALIA

Stagione 2015/16

Quarti di finale

18/01/2016

La Spezia – Stadio Alberto Picco

 Spezia- Alessandria 1- 2 (1-0)

Reti: 20′ Calaiò (SP) – 83′ Bocalon (AL) – 92′ Bocalon (AL)

Formazioni

Spezia: Chichizola, De Col, Valentini, Terzi, Migliore, Ciurria (71′ Kvrzic), Pulzetti, Canadija (94′ Rossi), Situm, Calaiò, Nenè (75′ Catellani).

A disposizione: Sluga, Saloni, Postigo, Juande, Errasti, Crocchianti, Vignali, Misic, Azzi.

Allenatore: M. Di Carlo.

Alessandria: Vannucchi, Celiak, Sperotto, Loviso (70′ Bocalon), Sosa, Sirri, Marras, Nicco, Marconi (86′ Vitofrancesco), Branca, Fischnaller (94′ Boniperti).

A disposizione: Nordi, Cittadino, Mezavilla, Morero, Picone, Sabato, Terigi.

Allenatore: A. Gregucci.

Arbitro: Tagliavento di Terni

Assistenti: Paganessi, Ranghetti, Irrati, Rocchi, Pasqua.

Ammoniti: 19′ Celiak (A), 32′ Ciurria (S), 57′ Marras (A), 64′ De Col (S), 85′ Nicco (A), 85′ Pulzetti (S), 93′ Canadija (S).

Angoli: 3-5.

Recuperi: 1+7

Spettatori: 9108 paganti (77.866 euro).

Inizio gara: ore 20.00

COMMENTI

MUSEO GRIGIO

Bella di notte. Nelle notti di Coppa. Ce lo permetta, Avvocato, da dov’è, ma prendiamo in prestito la sua ormai famosa espressione riferita a Zibì Boniek , per sintetizzare l’impresa dell’Alessandria in Tim Cup.
La “battaglia” del Picco contro lo Spezia è un’altra pagina che si aggiunge al libro della leggenda dell’Orso Grigio, che conta ben 106 pagine.
Dunque, un’ altra splendida impresa dell’Alessandria – dopo Palermo e Genova – che in rimonta (vantaggio spezzino di Calaiò su rigore al 20′) ha superato la squadra di Di Carlo: 1-2 il risultato del quarto di finale, firmato dalla doppietta vincente di Bocalon (83′ e 92′). La squadra del presidente Luca Di Masi affronterà così il Milan in semifinale.
Il merito dei Grigi – sapientemente motivati dal tecnico Angelo Gregucci, che non ha sbagliato l’impostazione tattica in campo – è stato quello di non smettere mai dei credere che la vittoria sarebbe stata possibile.
Così, mentre contro il Genoa la rete del pareggio rossoblù di Pavoletti allo scadere diede la mostruosa carica ai Grigi per prevalere nei supplementari contro ogni pronostico, il pareggio di Bocalon è stato il primo colpo dell’ uno-due con il quale l’Orso ha mandato al tappeto gli Aquilotti.
Dopo venti minuti di gioco l’arbitro Tagliavento ha concesso il calcio di rigore in favore dello Spezia per una trattenuta di Celjak su Valentini: Calaiò dal dischetto ha spiazzato Vannucchi. Tre minuti il pronto riflesso dell’estremo difensore argentino Chichizola ha detto di no al sinistro di Fischnaller.
Il pallino del gioco è sembrato in mano allo Spezia, che anche a inizio ripresa ha fatto la partita: al 63′ imperdonabile (e nel bilancio finale letale) errore dello stesso Calaiò, che ha fallito il 2-0 in contropiede sparando addosso a Vannucchi dopo un perfetto assist di Situm. Gregucci a quel punto aveva ancora una carta da giocare, e al 70′ ha fatto togliere la tuta a Bocalon, che ha ripagato puntualmente la fiducia del suo allenatore.
Al minuto 83’ il capocannoniere del girone A della Lega Pro ha trasformato in oro un pallone capitato casualmente in area: colpo di testa per portarsi avanti la sfera e pallone in rete col destro. Lo Spezia ha accusato il colpo, e nel primo dei cinque minuti di recupero si è completata l’esecuzione: traversone dalla destra di Nicco, Bocalon ha preso il tempo al difensore e di pura elevazione è andato a deviare di testa nell’angolino alla sinistra di Chichizola.
In semifinale va dunque l’Alessandria: l’ultima squadra di terza divisione a riuscire in un’impresa del genere fu il Bari di Bolchi nel 1984, che eliminò anche la Juventus. La settimana prossima affronterà all’Olimpico di Torino il match d’andata contro i rossoneri di Mihajlovic.
In queste ore si sprecano i paragoni e gli aggettivi per commentare il traguardo raggiunto dall’Alessandria.
Hanno scritto che la Cenerentola è diventata una principessa e che il brutto anatroccolo si è trasformato in cigno.
A noi piace semplicemente ribadire che ci siamo riappropriati di una storia che ci aveva già visti grandi.
Ce lo hanno fatto anche capire i complimenti dei tifosi dello Spezia al triplice fischio finale, mentre gli stessi urlavano “buffoni” ai loro giocatori.
Pazzesco. Una volta da La Spezia uscivamo sempre tra insulti e botte. Tutto improvvisamente cambia. Ma che cosa hanno mai fatto questi ragazzi in maglia grigia? Forse è ancora troppo presto per rendercene pienamente conto. (Museo Grigio)

LA STAMPA

La piccola Alessandria è nella storia del calcio. Nella sfida tra le rivelazioni di questa edizione di Coppa Italia, i grigi di Gregucci dopo aver già battuto Palermo e Genoa espugnano il campo dello Spezia e si regalano la semifinale con il Milan dal sapore vintage. È Bocalon il grande protagonista della sfida del Picco, dove una sua micidiale doppietta nel finale rimonta l’iniziale vantaggio dei liguri firmato da Calaiò su rigore. Un traguardo storico per i piemontesi, che con i rossoneri condividono tra i loro simboli il grande Gianni Rivera. L’ultima squadra di terza divisione capace di approdare tra le prime quattro della Coppa nazionale è stata il Bari, stagione 1983-’84. Grande l’amarezza in casa Spezia: i liguri di Di Carlo possono recriminare per le occasioni sciupate, ma si inchinano di fronte ad un avversario che crede fino all’ultimo nell’impresa.
In un Picco tutto esaurito, primo tempo combattuto ma avaro di vere emozioni. Dopo un buon inizio dei piemontesi, una loro ingenuità difensiva porta al vantaggio dello Spezia: Celjak viene superato da Valentini e per fermarlo lo trattiene in area. Tagliavento indica il dischetto, Calaiò è infallibile: 1-0 per i liguri al 19’. L’Alessandria non ci sta e reagisce: a Chichizola toccano gli straordinari, prima nell’opporsi alla girata di Fischnaller e poi sul tentativo di tap-in ravvicinato di Marconi. Superata la mezz’ora tocca allo Spezia sfiorare il gol con Calaiò che spreca a tu per tu con Vanucchi calciando debole dopo la sponda di Nené.
Si va alla ripresa e l’Alessandria spaventa subito i padroni di casa con un tiro-cross di Marras: bravo Chichizola con un gran colpo di reni a deviare sopra la traversa. Ci prova quindi Loviso su punizione, la palla si spegne sul fondo. È poi Vannucchi ad essere chiamato all’intervento sulla conclusione a botta sicura di Calaiò, servito da Situm: il portiere dell’Alessandria è strepitoso. Portieri ancora protagonisti: stavolta tocca all’estremo difensore dello Spezia mettersi in mostra deviando in corner sulla perfetta incornata di Fischnaller, servito dal cross di Nicco. Il primo cambio optato da Gregucci è la staffetta Loviso-Bocalon: una scelta che si rivelerà decisiva. Ancora Chichizola è attento sull’incornata di Marconi. Alessandria nuovamente minacciosa con una combinazione Fischnaller-Nicco, il centrocampista conclude troppo centralmente.
È il preludio al pareggio, meritato, dei piemontesi: il neo entrato Bocalon raccoglie una palla vagante, la difende, si libera di Valentini e trafigge in uscita Chichizola realizzando l’1-1 (38’). Lo spettro dei supplementari incombe, ma in pieno recupero ancora Bocalon porta i grigi nella storia firmando il sorpasso: sul traversone di Nicco, l’attaccante veneto anticipa Valentini e di testa batte Chichizola regalando ai suoi tifosi un’altra serata da sogno. Ora la semifinale contro il Milan. (La Stampa)

IL PICCOLO

Andiamo a San Siro. Sì, signori, andiamo nella scala del calcio. Entra l’Alessandria a braccia alzate. Da trionfatrice. Lasciateci piangere di gioia.
Perché il capolavoro è questo: lo fanno i Grigi, questa squadra che tutti amiamo. Sapevamo che non ci avrebbero traditi, anche quando Calaiò ha trasformato un rigore che sarebbe stato da ribattere. Una ripresa da manicomio, da grandissimi, da eterni, da immortali. Uomini con il dna grigio, guidati da uno che, qui, al Moccagatta, è diventato uomo. Solo chi ha sofferto per anni, solo chi era a Cerano e a Canelli, solo chi si è visto portare via una serie B può capire che, al triplice fischio al Picco, il cuore impazzisce, e sembra che esca dal petto. Il premio ai duemila che erano qui, alle migliaia che in città festeggiano come se si fosse vinto il Mondiale. Ma questo è anche di più di un Mondiale. Non è più storia, è leggenda. (Il Piccolo)

CORRIERE DELLA SERA

C’è spazio e tempo solo per una favola della buonanotte e allora tanto vale leggere e vivere quella più entusiasmante e più vera. Non solo perché l’Alessandria è la prima squadra di terza divisione a raggiungere la semifinale di Coppa Italia dopo il Bari (nel 1984). O ancora di più, perché l’1 marzo la squadra dove è cresciuto un certo Gianni Rivera sbarcherà a San Siro per sfidare il Milan con la sua carica di nuova follia, che fa esultare anche le glorie passate. La truppa di Angelo Gregucci, stopper di tante battaglie di serie A con Lazio e Torino che prima della partita definisce la sua squadra come «il brutto anatroccolo della Coppa», merita di continuare a volare perché ci mette quell’incoscienza felice senza la quale non esisterebbe nessuna bella storia. Lo Spezia di Di Carlo, che la Coppa Italia l’ha vinta col Vicenza da giocatore, invece va avanti molto presto con un rigore di Calaiò, ma è titubante, ha paura quasi di fare brutta figura contro un avversario di categoria inferiore che gioca (col 4-3-3) più leggero e spregiudicato, soprattutto nel secondo secondo tempo.
L’Alessandria, che nel suo campionato è seconda dietro al Cittadella e lotta per la promozione in B che manca dal 1975, a sette minuti dal novantesimo è ancora sotto. Ma Gregucci si gioca il jolly, mandando in campo il suo centravanti titolare, Riccardo Bocalon, 26enne scuola Inter, 10 gol in campionato e 3 in Coppa, tutti da riservista e tutti nei minuti finali: «Stiamo realizzando il nostro sogno — dice il Boca senza fiato —. Visto che ci siamo dobbiamo andare avanti più possibile. Ci abbiamo creduto anche quando eravamo in svantaggio. Ora navighiamo sull’onda dell’entusiasmo. Vedremo col Milan, ma prima ci aspetta il Cuneo…». Per i grigi, che lasciano il vecchio Moccagatta da 7mila posti per giocare l’andata col Milan il 26 gennaio all’Olimpico di Torino (e il giovane presidente Di Masi è tifoso granata), le categorie non fanno poi molta differenza: prima di battere lo Spezia dodicesimo in B, erano arrivate le vittorie con Alto Vicentino (serie D), Pro Vercelli (B), Juve Stabia (Lega Pro), Palermo e Genoa. «È un orgoglio immenso, una storia meravigliosa» dice Gregucci, che a 17 anni arrivò ad Alessandria dal profondo Sud e da lì finì poi alla Lazio di Calleri. I suoi ultrà, calati in 2mila al «Picco» di La Spezia, erano lo spauracchio della serata per i pessimi rapporti coi tifosi liguri. Ma se ne vanno urlando a modo loro la favola della buonanotte ai rivali. Ambientandola già a San Siro. Protagonisti il bomber Bocalon, il regista Loviso, il portiere Vannucchi, Filippo Boniperti, nipote di Giampiero. Tutta gente che ha sfiorato il grande calcio. E che almeno per un altro paio di notti di Coppa indosserà la maglia col nome e il numero personalizzato. (Corriere della Sera)

SECOLO XIX

È l’Alessandria ad accedere al `gran ballo´ delle semifinali di Coppa Italia, un traguardo storico per una squadra di terza serie. Nella sfida tra le `cenerentole´ della competizione, i piemontesi allenati da Angelo Gregucci compiono un’altra impresa, battendo 2-1 in rimonta lo Spezia e guadagnandosi uno storico accesso alla semifinale, dove incontreranno il Milan: fino a stasera l’unica compagine di Lega Pro ad accedere al penultimo atto della competizione era stato il Bari, nella stagione 1983-1984.
In una città blindata per garantire l’ordine pubblico, in uno stadio `Picco´ tutto esaurito, l’insolita sfida tra i `bianchi´ di Serie B e i `grigi´ di Lega Pro, ha visto i piemontesi mettere a segno il colpaccio, rimontando l’iniziale svantaggio per poi ribaltare la contesa sul finire del match, grazie alla doppietta del neoentrato Bocalon. Partono meglio i padroni di casa, che al 20’ del primo tempo passano in vantaggio grazie a un rigore di Calaiò, assegnato dall’arbitro Tagliavento per una trattenuta di Celjak ai danni di Valentini. L’Alessandria di Angelo Gregucci, secondo nel girone A di Lega Pro, non demorde e nell’ultimo quarto d’ora ribalta le sorti dell’incontro, dopo che lo Spezia a metà ripresa aveva sciupato due nitide palle gol con Nené e Calaiò, a tu per tu con Vannucchi.
È Bocalon l’uomo della serata: entrato al 25’ della ripresa segna entrambe le reti che consegnano la squadra di Gregucci alla storia: al 38’ sfrutta un’indecisione dei centrali difensivi e a tu per tu con Chichizola non sbaglia, al 45’ raddoppia di testa su cross di Marras. Finale caldo, con i `grigi´ che resistono bene agli assalti della squadra di Di Carlo e al triplice fischio dell’arbitro possono festeggiare l’impresa, acclamati dai quasi 2000 tifosi arrivati dal Piemonte. Un’impresa iniziata il 2 agosto contro l’Altovicentino, e continuata grazie alle vittorie con Pro Vercelli, Juve Stabia, e alle imprese contro Palermo e Genoa (Secolo XIX)

LA NAZIONE

Non sarà lo Spezia a sfidare il Milan nella doppia semifinale della Tim Cup. L’Alessandria compie l’ennesimo miracolo e supera al Picco gli aquilotti, autori di una gara davvero incolore. Passano anche in vantaggio gli spezzini nel primo tempo, ma poi, lasciando completamente il campo a chi gioca in Lega pro, rimediano un ‘uno-due’ decisivo nel finale del secondo tempo. Può solo rammaricarsi con se stesso il team bianco e l’allenatore Mimmo Di Carlo: una partita veramente da dimenticare. Le porte dello stadio si sono aperte alle 11 del mattino, la partita prende il via alle 20 e il clima è caldissimo, nonostante la temperatura invernale.
Prima del via vengono premiati anche alcuni ex aquilotti che si ritrovano sotto la Curva Ferrovia con il presidente Giovanni Grazzini: Massimiliano Guidetti, Andrea Stabile, Roberto Bordin, Gianluca Coti, Stefano Sottili, Massimo Melucci, Nicola Mingazzini e Marco Tarasconi. Le scelte di Di Carlo per i titolari: confermati gli esterni di difesa De Col e Migliore, ecco al centro Postigo lasciare il posto a Valentini che sta accanto a Terzi; confermato il centrocampo con Canadjija al posto di Juande, per garantire maggiore vivacità; in attacco, infine, la coppia di esperti formata da Nenè e Calaiò, con Catellani sistemato in panchina.
L’Alessandria di mister Gregucci si affida al consueto 4-3-3 (che in fase di non possesso diventa un 4-1-4-1) che può contare sull’esperienza e le qualità di Nicco e Loviso a centrocampo, oltre alla velocità di Fischnaller, al fisico di Marconi e all’imprevedibilità dell’ex aquilotto Marras in attacco. La prima occasione è dello Spezia al 3’, con un bel duetto tra Nenè e Calaiò che porta il brasiliano davanti aVannucchi. Il portiere gli esce sui piedi e fa sua la sfera. Al 10’ ci prova Situm da fuori area, con il destro dopo una corta respinta della difesa: Vannucchi para sulla sua sinistra. Il taglio di Fischnaller al 16’ in area è perfetto, ma De Col intuisce tutto (dopo la palla persa da Situm) e Chichizola può intervenire senza problemi. La partita si sblocca grazie ad un calcio di rigore: sul corner di Canadjija al 19’, in area, Valentini viene strattonato da Celjak (il difensore deve addirittura cambiare la maglietta strappata).
Dal dischetto Calaiò che aspetta il tuffo di Vannucchi, per piazzarla alla sinistra dell’estremo difensore ospite. Nell’occasione viene anche ammonito l’autore del fallo che, tra l’altro, doveva essere ammonito nell’azione precedente per un netto fallo di mano sui cui Tagliavento aveva fatto proseguire per la norma del vantaggio (poteva ammonirlo alla fine dell’azione). Vicini a pareggiare gli ospiti ci vanno al 24’, ma Fischnaller si trova il muro di Chichizola, dopo la mancata segnalazione dell’offside. Lo Spezia però potrebbe raddoppiare al 34’: spizzicata di testa di Nenè e Calaiò lanciato in contropiede che, davanti a Vannucchi, calcia debolmente. Un brivido poi al 40’, quando Marconi riesce a strappare la palla a Chichizola, intento a rilanciare, ma poi non riesce a calciare, perché il portiere recupera. Nel finale del primo tempo, i grigi continuano ad attaccare, ma gli aquilotti tengono fino all’intervallo. L’Alessandria non ci sta e al già 1’ della ripresa si rende pericolosa con un tiro-cross di Marras che Chichizola tocca in corner. La punizione di Loviso al 4’, passa di poco vicino al palo alla destra di Chichi che controlla. Al 23’ e al 24’ due colpi di testa, di Fischnaller e Marconi, entrambi toccati in corner sotto la traversa, da Chichi. Sul tiro di Nicco al 35’, il portiere aquilotto chiude lo specchio e si ritrova il pallone tra le gambe. Il pareggio arriva al 38’ con il nuovo entrato Bocalon che entra di prepotenza in area, forse commettendo fallo su Terzi, e poi infila Chichizola sulla sua destra. È l’1-1. La risposta dello Spezia è al 44’ con la punizione di Calaiò che Vannucchi, piazzato sotto l’incrocio, blocca sicuro. Ma non è finita qui perché Bocalon, raccogliendo di testa un cross di Marras dalla destra fa secco Chichizola per l’1-2 finale. La favola dell’Alessandria continua, quella dello Spezia, si conclude tristemente. (La Nazione)

GAZZETTA DELLO SPORT

«Andiamo a San Siro!». Fa festa l’Alessandria, splendida rivelazione di questa Coppa Italia che la riporta a sfidare il Milan. Un appuntamento che riscrive la storia. Nel 1960 i grigi erano stati a Milano nel loro ultimo campionato di Serie A e persero 3-1: il gol della bandiera lo segnò un ragazzino che poi in quello stadio sarebbe diventato una stella di immensa grandezza, ossia Gianni Rivera. Stavolta il protagonista si chiama Riccardo Bocalon e la sua micidiale doppietta ha ribaltato lo Spezia, che già sentiva la semifinale in tasca ed è uscito tra i fischi. L’ultima squadra di Lega Pro ad arrivare in semifinale di Coppa era stato il Bari nel 1984. Incredibile. Il cielo è grigio sopra al Picco.
LA FESTA Il presidente Luca Di Masi in tribuna è esploso abbracciando il d.s. Beppe Magalini, in campo squadra e panchina si sono uniti a festeggiare correndo sotto la curva dei quasi duemila tifosi che hanno seguito l’Alessandria con 30 pullman in questa clamorosa trasferta. In città intanto cominciavano i caroselli dei sostenitori che hanno seguito la partita in TV o nel maxischermo in piazza. Scene che da quelle parti non sono proprio usuali. Subito tutti a chiedersi: ma dove giochiamo? Chi se la vuole perdere, martedì 26, la sfida con il Milan? Per questo si andrà all’Olimpico di Torino, rinunciando a quel glorioso tempio calcistico di provincia che è il Moccagatta e ha solo 6.000 posti. E soprattutto, il primo marzo, chi non andrà San Siro per il ritorno? C’è una storia da riscrivere ancora: nel 1936 in semifinale di Coppa l’Alessandria eliminò proprio il Milan vincendo 1-0 e poi perse la finale con il Toro.
IL CAMMINO Il 3-0 subìto a Salò venerdì aveva preoccupato l’Alessandria, che insegue il ritorno in Serie B e domenica si è visto sorpassare in vetta da parte del Cittadella. Ma quando c’è un appuntamento così, è impossibile distrarsi. Con le maglie con nomi e numeri personalizzati come i grandi. Con un arbitro come Tagliavento e la Gol Line Technology a vigilare. Con tante autorità in tribuna: il d.g. Brunelli per la Lega di A, il presidente Abodi per quella di B e Gravina per quella di Lega Pro. È’ la Coppa Italia dei grandi e nell’ordine i grigi hanno eliminato Altovicentino, Pro Vercelli, Juve Stabia, Palermo, Genoa e adesso Spezia. Che vinceva 1-0, dopo che nel primo tempo su angolo Celjak ha strattonato vistosamente Valentini: il rigore di Calaiò ha fatto pregustare il ritorno a San Siro dopo il precedente del 2014. Solo un’illusione.
LA SVOLTA Perché l’Alessandria è una squadra di Lega Pro soltanto per caso. Anche in panchina. Gregucci (che dedicherà la vittoria a Piermario Morosini) ha tenuto la difesa alta evitando agli attaccanti di casa di avvicinarsi alla porta e, a 20’ dalla fine, dopo che Calaiò aveva fallito clamorosamente il 2-0, è passato al 4-2-4 mettendo Bocalon accanto a Marconi. I grigi già dominavano e non hanno rischiato nulla, ribaltando la partita. L’attaccante di scuola Inter, capocannoniere del girone A con 10 reti (e adesso a 3 in Coppa, tutti da subentrato e tutti negli ultimi 7’) e spezzino mancato, ha infilato prima dopo un controllo in acrobazia e poi – appena prima dei supplementari – di testa su assist dell’ex Marras, sotto la curva grigia. È la terza vittoria al Picco in 80 anni con 26 partite. La più bella di sempre (Gazzetta dello Sport)

CORRIERE DELLO SPORT

Continua la favola dell’Alessandria in Coppa Italia che è approdata (direttamente dalla Lega Pro) in semifinale dopo un lungo e avventuroso percorso. Nel penultimo atto del trofeo nazionale, i Grigi affronteranno il 26 gennaio il Milan nella gara d’andata. Sembra quasi certo che si giocherà all’Olimpico di Torino, anche perché lo stadio Moccagatta (che ha una capienza limitata) non potrebbe offrire la logistica tecnica per la diretta televisiva. La recita, per il ritorno, è prevista il 1° marzo a San Siro. L’ex-Lazio Angelo Gregucci, subentrato a Scienza, è quindi riuscito nel capolavoro, conquistando un obiettivo impensabile e affascinante. Allo Spezia resta un’amarezza incredibile, anche perché, pur in vantaggio solo per 1-0, i liguri si sentivano già in finale. Ma nel secondo tempo Calaiò ha mancato clamorosamente la doppietta (così come era accaduto al 34′ del primo tempo) che avrebbe probabilmente chiuso la partita.
RABBIA. Lo Spezia, seppur con una certa fatica, ha cercato di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo ma tanta, troppa sofferenza. Una strategia che poteva essere sufficiente nei 45′ iniziali ma che poi nella ripresa è stata smascherata dalla grande voglia dei Grigi. Lo Spezia ha perso terreno, forza, coraggio anche perché Gregucci ha caricato ancora di più i suoi giocatori nell’intervallo. L’Alessandria ha disputato un ottimo secondo tempo anche se, come detto Calaiò, è stato protagonista nel bene (rigore realizzato per fallo di Celjak su Valentini), come nel male di una resa non accettabile. Peggio di così non poteva andare, anche perché la beffa è stata atroce. Gregucci ha stravinto il confronto con Di Carlo, azzeccando il cambio più importante della partita. Dopo che Marconi (22′) aveva già intravisto il pareggio, al 25′ ha inserito Bocalon (al posto di Loviso) che ha stravolto completamente la partita. Al 38′ si è inventato, al termine di una mischia furibonda, un gol di forza con gli spezzini imbelli e impreparati. Al 47′ è andato a colpire di testa un assist di Marras. Il Picco bianconero è ammutolito. I 2.000 tifosi dell’Alessandria sono esplosi, così come altrettanti tifosi che hanno assistito alla sfida davanti al maxi-schermo cittadino collocato in piazza.
AMARCORD. «Storia di un calcio d’altri tempi» recitava ieri sera lo striscione collocato nella Curva Ferrovia, l’alcova del tifo spezzino. E, infatti, dopo decenni, Spezia e Alessandria hanno rivissuto una pagina gloriosa di un calcio che non c’è più e che è molto cambiato dai tempi in cui i piemontesi militavano in Serie A, dove disputarono 13 stagioni in Serie A tra il 1929 e il 1960 e 20 in Serie B (l’ultima nel 1975). Raggiunse inoltre una finale di Coppa Italia, nel 1936, persa contro Torino, ma allora giocava in serie A. Oltre alle vittorie di un campionato di Serie B, uno di Serie C e uno di Serie C2, conta nel suo palmarès una Coppa Italia di Serie C, vinta nel 1973, e una Coppa Coni, conquistata nel 1927. Un quarto di finale così in Coppa Italia non si era mai visto. Spezia e Alessandria se lo sono guadagnato eliminando rispettivamente Roma e Genoa. Il Picco ieri sera presentava il pubblico delle grandi occasioni, con il settore ospite che tracimava con oltre 2.000 alessandrini entusiasti e ancora un po’ increduli, che hanno invaso la zona dell’Arsenale con ben 50 pullman.
TENSIONE. La lunga vigilia della storica sfida era stata vissuta con un certo pathos da entrambe le squadre, con conseguenze piuttosto tangibili anche nei campionati di pertinenza. Lo Spezia venerdì scorso, sempre qui al Picco, aveva impattato contro il Bari di Camplone, ritardando ancora una volta il decollo verso la zona play off. L’Alessandria, invece, ha perso malamente a Salò, concedendo al Cittadella la vetta solitaria della classifica di Lega Pro dopo aver condiviso con i veneti il titolo di campione d’inverno (Corriere dello Sport)

TUTTOSPORT

L’incredibile può accadere, l’Alessandria lo dimostra. Dal 1984 una squadra di Lega Pro non raggiungeva la semifinale di Coppa Italia, era stato il Bari di Bruno Bolchi a centrare il traguardo (eliminando, tra le altre, Juve e Fiorentina) per poi essere eliminato dal Verona. Oltre trent’anni dopo la storia si ripete, per merito della squadra di Angelo Gregucci. Non paga di aver buttato fuori in sequenza Palermo e Genoa in trasferta, aggiunge un altro scalpo della serie B alla collezione, dopo quello estivo della Pro Vercelli. Vittima lo Spezia, squadra né carne né pesce nel proprio campionato, e che conferma la mancanza d’identità al passo con la storia. I liguri vanno in vantaggio, ma non sanno gestirlo. Una mancanza di personalità rimarcata da quanto riesce a fare la controparte. Come a Marassi con il Genoa, i grigi crescono nella ripresa: se allora Vannucchi pose le basi con le parate, stavolta è una dimostrazione collettiva di intelligenza e duttilità. Si passa al 4-2-4 per l’1-1, si torna al 4-3-3 per costruire il 2-1. Su tutti Riccardo Bocalon, che entra per affiancare Marconi di punta e firma nuovamente la qualificazione: con il Genoa una rete di rapina nel secondo supplementare, con lo Spezia una doppietta d’autore. Mezzo secolo dopo E toccherà al centravanti di scuola Inter (che aveva rifiutato il prestito proprio allo Spezia per tre anni consecutivi) guidare i suoi in una personale derby, nell’inattesissima semifinale con il Milan: 26 gennaio a Torino, come subito ufficializzato dal presidente Luca De Masi (al vecchio Moccagatta manca la goal-technology richiesta) e 1° marzo a San Siro. Un confronto che manca dalla stagione 1959-60, ultima dell’Alessandria in A. Un doppio confronto che si concluse con un 3-1 a testa: per i grigi in casa al debutto, per i rossoneri a San Siro, con rete ospite del giovanissimo Gianni Rivera, al passo d’addio con la società in cui era cresciuto prima di andare a scrivere la storia del Milan. Una finale che non è una novità per l’Alessandria, raggiunta in un preistorico 1936, dopo aver battuto proprio i rossoneri e perdendo 5-1 con il Torino. Entusiasmo contagioso Ma anche allora i grigi giocavano in A, oggi cercano di rimettere fuori il capo cercando una B che manca dal 1975: la squadra è seconda dietro al Cittadella, dopo il brutto 3-0 incassato in trasferta con la FeralpiSalò venerdì, ma il campionato è apertissimo. E se il, confronto con il Milan può apparire impossibile, basta ricordare che l’incredibile – per l’appunto – può accadere, a partire dal biblico Davide-Golia. Il calcio lo ha vissuto più volte da quando un pallone corre su un campo: basti ricordare i dilettanti del Calais arrivati alla finale di Coppa di Francia nel 2000, poi persa con il Nantes. Basta sentire proprio Bocalon: «Visto che ci siamo, vogliamo andare avanti il più possibile. Però ricordiamo che, prima del Milan, c’è il campionato con il Cuneo. Navighiamo sull’onda dell’entusiasmo». L’entusiasmo degli oltre 1.500 tifosi alessandrini che hanno raggiunto La Spezia per l’ennesima tappa di un torneo entusiasmante (“Din-don, dindon: intervento dallo Spezia, ha segnato Bocalon”, il coro intonato fino a notte fonda). L’entusiasmo degli altrettanti tifosi che si sono radunati di fronte al maxischermo allestito in piazza Duomo in città. Rinascita progressiva Nel 2003 l’Alessandria ripartiva dall’Eccellenza dopo il fallimento della società e giocava una Coppa Italia con squadre contro il Masio, paesino della provincia di 1.500 abitanti. Nel 2011 finiva in C2 per colpa di un presidente (Giorgio Veltroni) implicato in una vicenda di partite vendute. Oggi si ritrova al gradino più alto della sua vicenda, grazie a un presidente giovane ed entusiasta come Di Masi, a una squadra che sa sacrificarsi (ma pure giocare bene) e a un allenatore come Gregucci, che ha voluto rilanciare se stesso nella città che lo aveva lanciato ragazzino nel calcio che contava. Quel Gregucci che ora dice: «L’orgoglio è immenso, stiamo scrivendo una storia meravigliosa» (Tuttosport)

LA REPUBBLICA

Il Picco non è l’ultima fermata dell’Alessandria e dei suoi duemila tifosi, arrivati a La Spezia a bordo di ventisei pullman nel più grande travaso di passione visto negli ultimi cinquant’anni di storia della società piemontese. La partita nostalgia la vince la più bassa in grado delle due, la seconda del girone A della Lega Pro, e se è già una favola questa, chissà cosa accadrà il 27 gennaio, quando i Grigi affronteranno il Milan nell’andata della semifinale, la prima conquistata da una squadra di terza serie negli ultimi 31 anni (l’ultima era stata il Bari nell’83-84, battuto nel doppio confronto dal Verona). Una doppietta di Bocalon nel finale rimonta il vantaggio ligure di Calaiò, arrivato presto, su rigore, presagio di una scampagnata che però non ci sarà. Più Spezia, come era ovvio, ma alla fine sono i Grigi in rosso a far esplodere uno spicchio del Picco e l’intera piazza Duomo, davanti al maxischermo a godersi l’impossibile che, poco alla volta, con l’Alessandria che passava sulle spoglie di Altovicentino, Pro Vercelli, Juve Stabia, Palermo e Genoa, è diventato possibile. Alessandria e Milan significa Gianni Rivera, che esordì in A nella sua città nel ‘59, e una partita che non si vede dal 7 febbraio 1960, con Rivera in campo e anche in rete, prima di diventare bandiera rossonera. L’andata delle semifinali probabilmente non si giocherà nel piccolo Moccagatta, lo stadio spazzato via dall’alluvione del ‘94, ma all’Olimpico di Torino, e chissà quanti saranno i pullman, tra una settimana. «Siamo i Grigi, portiamo in giro la loro storia, è bellissimo e chissà ora dove arriveremo con i nostri sogni, ma andiamoci con le scarpe di ghisa» racconta il tecnico Gregucci, che dedica la vittoria, trattenendo le lacrime, a Piermario Morosini. (La Repubblica)

IL MESSAGGERO

Doppio Bocalon e l’Alessandria, in rimonta (1-2), si regala il sogno della semifinale di Coppa Italia.Tra otto giorni, al Moccagatta, arriverà il Milan per un derby targato Gianni Rivera. Il ventiseienne attaccante, già giustiziere del Genoa negli ottavi un mese fa e prima ancora del Palermo, si alza dalla panchina poco dopo metà ripresa e castiga due volte lo Spezia assieme ai suoi oltre ottomila tifosi. Una vittoria meritata, costruita grazie alla forza di volontà e al coraggio messi in campo nel secondo tempo, e agevolata dall’atteggiamento remissivo dello Spezia dopo il gol di Calaiò. Male i grigi nel primo tempo, diverso smalto nella ripresa: Chichizola deve superarsi prima su Marras, poi due volte su un grande Fischnaller e infine su Marconi. Si aprono numerose falle nella difesa, tutt’altro che ermetica, degli aquilotti. Su una di queste, a sette minuti dalla fine, è Bocalon, la mossa vincente di Gregucci che lo inserisce al posto di Loviso, a regalare il pari. Sembrano alle porte i supplementari ma è ancora la punta alessandrina a mettersi in evidenza con un preciso colpo di testa sottomisura al 92’. L’Alessandria può continuare a sognare, ottant’anni dopo la finale di Coppa Italia giocata e persa a Genova contro il Torino. (Il Messaggero)

IL GIORNALE

Saranno i grigi dell’Alessandria a sfidare il Milan in semifinale di coppa Italia. Ieri sera, la squadra di Gregucci ha battuto 2-1 in trasferta lo Spezia facendo impazzire di gioia una città intera, raccolta in piazza Duomo di fronte al più classico dei maxischermi. Eroe della serata Riccardo Bocalon, entrato nella ripresa e autore di una doppietta storica: era stato sempre lui nel turno precedente a eliminare il Genoa, è stato ancora lui a regalare all’Alessandria – formazione di Lega Pro – il sogno di andare a sfidare il Diavolo in una doppia semifinale dal sapore antico. I piemontesi non arrivavano così in alto in coppa dal 1936, mentre erano trent’anni che una squadra di terza serie non giocava una semifinale: nel 1984 toccò al Bari, battuto dal Verona. Lo Spezia (serie B) ha di che recriminare, dopo essere passato in vantaggio intorno al 20’ del primo tempo grazie un rigore di Calaiò, che popi sprecava il raddoppio. L’Alessandria ringraziava e trovava il pareggio grazie a Bocalon, scuola Inter: palla sporca in mezzo all’area, controllo da centravanti vero e 1-1 servito. Poi, quando si avvicinavano i supplementari, il raddoppio: cross dalla destra, colpo di testa impeccabile e Alessandria in paradiso. Adesso le tocca il Milan, una sfida nel segnop di Gianni Rivera. (Il Giornale)

LIBERO

L’uomo della storia ha colpito ancora. E ad Alessandria dopo Gianni Rivera ricorderanno a lungo anche Riccardo Bocalon. Dopo il gol al 114’ che aveva eliminato il Genoa a Marassi negli ottavi di Coppa Italia, ieri il bomber 26enne si e ripetuto, regalandoun sogno ad Angelo Gregucci. E si che lo Spezia (serie B) credeva di essere gia in semifinale: mai dirlo,contro l’Alessandria (seconda in Lega Pro), capace di arrivare fin qui grazie alle vittorie in trasferta anche a Vercelli e Palermo, per la furia di Zamparini. Dopo il vantaggio su rigore di Calaio al 20’, per i padroni di casa la partita scivola via senza sussulti. E l’ingresso del bomber veneto (cresciuto all’Inter e capocannoniere del campionato), al 25’ del secondo tempo che da la scossa. Sua la doppietta al 38’ e al 47’ che vale la semifinale contro il Milan: il 26 gennaio andata al Moccagatta (7mila spettatoridi capienza) e il 1˚ marzo il ritorno a San Siro, dove il popolo del web si è già dato appuntamento per tifare i Grigi. E non sara una sfida inedita: la semifinale di coppa Italia Milan-Alessandria si e gia giocata il 31 maggio 1936: 0-1, gol di Croce. Emozionatissimo mister Gregucci, che ad Alessandria e cresciuto come calciatore e come uomo: ≪Bisogna volare bassi, io cercherò di avere le scarpe di ghisa. Quesa vittoria e dedicata a Piermario Morosini≫, stroncato da un problema al cuore il 14 aprile 2012 e che Gregucci aveva allenato a Vicenza. (Libero)

QN

Dalla Lega Pro alla semifinale contro il Milan. La favola dell’Alessandria continua. Nella sfida tra le rivelazioni di questa edizione di Coppa Italia, i grigi di Gregucci dopo aver già battuto Palermo e Genoa espugnano il campo dello Spezia e si regalano la semifinale con i rossoneri dal sapore ‘vintage’. La partita del cuore di Gianni Rivera, cresciuto nei grigi e diventato immortale col Milan.
E’ Bocalon il grande protagonista della sfida del ‘Picco’, dove una sua micidiale doppietta nel finale rimonta l’iniziale vantaggio dei liguri firmato da Calaiò su rigore. Un traguardo storico per i piemontesi, che con i rossoneri condividono tra i loro simboli il grande Gianni Rivera. L’ultima squadra di terza divisione capace di approdare tra le prime quattro della Coppa nazionale è stata il Bari, stagione 1983-’84. Grande l’amarezza in casa Spezia: i liguri di Di Carlo possono recriminare per le occasioni sciupate, ma si inchinano di fronte ad un avversario che crede fino all’ultimo nell’impresa. In un ‘Picco’ tutto esaurito, primo tempo combattuto ma avaro di vere emozioni.
Dopo un buon inizio dei piemontesi, una loro ingenuità difensiva porta al vantaggio dello Spezia: Celjak viene superato da Valentini e per fermarlo lo trattiene in area. Tagliavento indica il dischetto, Calaiò è infallibile: 1-0 per i liguri al 19′. L’ Alessandria non ci sta e reagisce: a Chichizola toccano gli straordinari, prima nell’opporsi alla girata di Fischnaller e poi sul tentativo di tap-in ravvicinato di Marconi. Superata la mezz’ora tocca allo Spezia sfiorare il gol con Calaiò che spreca a tu per tu con Vanucchi calciando debole dopo la sponda di Nené. Si va alla ripresa e l’ Alessandria spaventa subito i padroni di casa con un tiro-cross di Marras: bravo Chichizola con un gran colpo di reni a deviare sopra la traversa.
Ci prova quindi Loviso su punizione, la palla si spegne sul fondo. E’ poi Vannucchi ad essere chiamato all’intervento sulla conclusione a botta sicura di Calaiò, servito da Situm: il portiere dell’ Alessandria è strepitoso. Portieri ancora protagonisti: stavolta tocca all’estremo difensore dello Spezia mettersi in mostra deviando in corner sulla perfetta incornata di Fischnaller, servito dal cross di Nicco. Il primo cambio optato da Gregucci è la staffetta Loviso-Bocalon: una scelta che si rivelerà decisiva.
Ancora Chichizola è attento sull’incornata di Marconi. Alessandria nuovamente minacciosa con una combinazione Fischnaller-Nicco, il centrocampista conclude troppo centralmente. E’ il preludio al pareggio, meritato, dei piemontesi: il neo entrato Bocalon raccoglie una palla vagante, la difende, si libera di Valentini e trafigge in uscita Chichizola realizzando l’1-1 (38′). Lo spettro dei supplementari incombe, ma in pieno recupero ancora Bocalon porta i grigi nella storia firmando il sorpasso: sul traversone di Nicco, l’attaccante veneto anticipa Valentini e di testa batte Chichizola regalando ai suoi tifosi un’altra serata da sogno.
La grande notte è per l’Alessandria, che sotto 1-0 a 8′ dalla fine, ribalta la partita con una doppietta di Bocalon, guadagnadosi così la semifinale di Coppa Italia col Milan. Trionfo per i grigi. (QN)

AVVENIRE

Oggi in città parlano tutti di calcio. Anche chi non se ne è mai interessato. La parola “favola” è la più ricorrente per raccontare l’epopea dell’U.S.Alessandria, che ieri sera allo stadio Alberto Picco di La Spezia si è guadagnata la semifinale di Coppa Italia. La partita non era iniziata bene, con quel gol su rigore degli avversari dopo appena diciannove minuti. Eppure i Grigi hanno comunque continuato a lottare, fino a segnare all’83esimo e a passare in vantaggio nel recupero, scongiurando così i tempi supplementari. Meno di duemila i tifosi allo stadio, alcune centinaia ad Alessandria in piazza incollati al maxi schermo malgrado il freddo e molti di più in casa, a seguire la diretta televisiva. Verso le due del mattino, erano ancora in mille ad aspettare svegli la squadra nello stadio cittadino: persino qualche fuoco d’artificio per festeggiare gli eroi di una notte.
Numeri da città di provincia, naturalmente, che hanno però destato l’attenzione di tutta Italia. Il fenomeno è diventato nazionale, rilanciato sul web come una classica riproposizione della favola di Cenerentola. Il profilo Facebook della squadra in poche ore ha guadagnato migliaia di visitatori e persino i media stranieri si sono interessati alla vicenda.
I Grigi, pur ovviamente esaltati dalla vittoria, non hanno comunque perso quella concretezza mista a nostalgia tipica delle terre piemontesi: “Manteniamo un profilo basso“ ha detto il tecnico Angelo Gregucci, che ha voluto dedicare la vittoria a Piermario Morosini, uno dei suoi ragazzi, stroncato nel 2012 da una crisi cardiaca sul campo durante Pescara-Livorno.
La partita di andata della semifinale si disputerà già martedì prossimo contro il Milan. Sarà “in casa”, ma a Torino, perché lo storico stadio Moccagatta di Alessandria non ha le caratteristiche per disputare una partita di tale livello. Non sarà un match facile, lo sanno tutti. In qualche modo, la squadra comunque è già nella storia. E poi, non si sa mai. Gli sportivi dicono sempre che questo è il bello del calcio. (Avvenire)

SKY SPORT

Una squadra di Lega Pro è in semifinale di Coppa Italia e affronterà il Milan. E’ una vera e propria favola quella dell’Alessandria, la squadra allenata da Gregucci che ha battuto lo Spezia in un inedito quarto di finale di Tim Cup che non ha deluso le aspettative.
Al Picco i padroni di casa allenati da Mimmo Di Carlo si illudono di aver archiviato la pratica quando a 10′ dalla fine si vedono proiettati in semifinale in virtù del rigore realizzato da Emanuele Calaiò al 20′ del primo tempo. Ma la mossa di Gregucci, che al 70′ inserisce l’attaccante veneziano Riccardo Bocalon, si rivela letale per i liguri. Bocalon pareggia all’83’ con un gol che porterebbe le due squadre ai supplementari, ma in pieno recupero completa l’opera diventando l’eroe della serata.
La sua doppietta elimina lo Spezia e qualifica l’Alessandria in semifinale, che si giocherà nel doppio scontro. L’avversario sarà il Milan di Mihajlovic. (Sky Sport)

YAHOO SPORT

È l’Alessandria a continuare a scrivere il libro della propria favola in Coppa Italia: la doppietta di Bocalon, subentrato nella ripresa, regala ai Grigi la doppia semifinale contro il Milan. Una semifinale sperata e conquistata con le unghie e con i denti nella seconda frazione, quando sotto di un goal la squadra di Gregucci ha ribaltato il risultato sbloccato dal rigore di Calaiò per lo Spezia. Sarà il personalissimo derby di Gianni Rivera a dare vita alla semifinale di prestigio tra Milan e Alessandria.
TANDEM NENÈ-CALAIÒ – Per inseguire la favola della semifinale Mimmo Di Carlo, nonostante le assenze dei vari Piccolo, Acampora, Martic, De Las Cuevas e Milossi, si affida al suo collaudato 4-4-2: Situm e Ciurria le ali a centrocampo che hanno il compito di innescare Nené e Calaiò in avanti. Un 4-3-3 votato alla ripartenza, invece, quello di Gregucci: Loviso, Nicco e Branca i titolari a centrocampo, Marconi, Marras e Fischnaller i membri del tridente offensivo. Soltanto panchina, invece, per Bocalon, l’eroe di Marassi che ha regalato ai piemontesi il successo sul Genoa.
EPISODIO – Un’occasione, quella di approdare alla doppia semifinale con il Milan, che nessuna delle squadre vuole sprecare: è forse per questo che l’aggressività dei primi minuti delle due squadre sottrae qualcosa alla loro voglia di gettarsi in avanti. Al Picco gli ospiti giocano meglio, con lo Spezia troppo contratto per poter rispondere. Come spesso accade, però, è un episodio a sbloccare la gara: angolo per i padroni di casa e vistosa trattenuta di Ceijak su Valentini, che mostra a Tagliavento la maglia completamente strappata. Il direttore di gara non ha dubbi, così come Calaiò, che realizza dal dischetto portando i suoi avanti alla prima vera occasione della partita.
BRIVIDI – Troppo semplice, a questo punto, pensare ad uno Spezia favorito dal nuovo copione tattico della gara: l’Alessandria però si getta sì in avanti, ma con ordine e intelligenza, ribaltando ben presto l’inerzia dello scontro. Tutto grazie – in particolare – alla sapienza tattica di Loviso, schierato da Gregucci in cabina di regia. È lui il faro del centrocampo dei Grigi – oggi in maglia rossa – che impegnano Chichizola con Fischnaller e soprattutto Marconi, su cui il portiere è provvidenziale. A dieci dall’intervallo Calaiò ha l’occasione per raddoppiare, ma servito tutto solo dalla sponda di Nenè, pecca di indecisione e conclude malamente addosso a Vannucchi. Si va all’intervallo con lo Spezia in vantaggio e un Alessandria tutto sommato vivo, a inizio e fine frazione forse addirittura meglio degli avversari.
TUTTO APERTO – I primissimi minuti della ripresa sono quasi shoccanti per lo Spezia: Marras prova due volte a sorprendere Chichizola – la prima con una gran giocata in pallonetto – ma né lui, né Loviso poco dopo riescono a superare la saracinesca di Di Carlo. Il pressing del 4-3-3 di Gregucci funziona alla grande, portando addirittura il Picco a rumoreggiare quando lo Spezia gioca male i propri palloni: Alessandria molto positivo, che però si salva a metà frazione, quando i padroni di casa si distendono sulla sinistra con Situm e trovano Calaiò – tutto solo – sul secondo palo per il più semplice dei goal. Miracolo – altro nome non esiste – di Vannucchi, che in recupero chiude lo specchio all’attaccante ex Napoli
L’EROE DI COPPA – Due incredibili interventi di Chichizola costringono Gregucci a ridisegnare l’Alessandria con un 4-4-2 molto offensivo: decisivo, in questo senso, l’ingresso di Bocalon. Di Carlo fa il pensiero opposto: fuori Ciurria, dentro Kvrzic e testa soprattutto alla fase difensiva. È quella di Gregucci la scelta giusta: a meno di dieci dalla fine Bocalon – ancora lui! – controlla in area e supera Chichizola. Pareggio dei Grigi e tutto in discussione, con un peso particolare sulle occasioni fallite da Calaiò sul risultato di 1 a 0. Non è ancora finita, e lo psicodramma dello Spezia si consuma al secondo dei cinque minuti di recupero: cross dalla destra e grande stacco del solito Bocalon, che schiaccia in porta il vantaggio dell’Alessandria. Un eroe, Bocalon, capace di trascinare i Grigi al Marassi e toglierli dal pantano del Picco quando tutto sembrava perso. (Yahoo Sport)

RAI NEWS

L’Alessandria vince 2-1 sul campo dello Spezia e raggiunge la semifinale. Gli ospiti partono contratti, lo Spezia sembra padrone della gara e passa su rigore (trattenuta evidente di Celjak su Valentini) al 20′ con Calaiò.La punta poi manca due ghiotte occasioni.L’Alessandria comincia a crescere, Fischnaller e Nicco vengono chiusi da Chichizola. Gregucci inserisce Bocalon che rigira la partita con una doppietta.All’83’ difende il pallone e anticipa l’ uscita del portiere, al 91′ arriva di testa su un cross lungo.(RAI News)

MONDO PALLONE

Si è appena conclusa la partita Spezia-Alessandria valida per i quarti di finale di Coppa Italia. La sfida tra le due “cenerentole” di questa edizione, che hanno mietuto vittime illustri nei turni precedenti come Roma, Palermo e Genoa, ha visto prevalere l’Alessandria che, sotto di un gol, centra un’incredibile rimonta e vola in semifinale di Coppa Italia grazie a una doppietta di Bocalon in campo dal 70′; di Calaiò il momentaneo gol del vantaggio dei padroni di casa.
Stadio Alberto Picco gremito in ogni ordine di posto e avvio di gara vivace: sia lo Spezia che l’Alessandria mostrano grande intensità e voglia di vincere, ma le difese reggono e non vi sono occasioni eclatanti da gol. Al 18′ la prima emozione: sugli sviluppi di un calcio d’angolo Celjak trattiene vistosamente Valentini lacerandogli la maglia; l’arbitro Tagliavento non esita ad assegnare la massima punizione. Calaiò dal dischetto spiazza Vannucchi e Spezia in vantaggio 1-0. Al 24′ occasionissima per gli ospiti: Fischnaller calcia di destro da dentro l’area, Chichizola non trattiene, ma è lesto ad anticipare Marras sulla respinta corta ed evitare il pari. Nulla degno di nota da segnalare fino alla fine del primo tempo, che si chiude con lo Spezia in vantaggio 1-0; l’Alessandria non ha demeritato, ma le è mancato il guizzo vincente.
Ospiti sùbito aggressivi a inizio ripresa: al 47′ Marras tenta il pallonetto da posizione quasi impossibile, bravo Chichizola a recuperare la posizione e a deviare in angolo. Col passare dei minuti i padroni di casa provano a scuotersi: al 63′ azione in ripartenza con Šitum che serve Calaiò; sulla conclusione a botta sicura è strepitoso Vannucchi che evita il raddoppio. L’Alessandria non demorde e mette in grande apprensione i padroni di casa in tre occasioni: tra il 67′ e l’80′, su Fischnaller, Marconi e Nicco è ancora Chichizola a essere decisivo. Il portiere argentino non può nulla, però, all’83′ quando Bocalon, in area, protegge la sfera dall’intervento di Terzi e mette in rete; 1-1 e parità ristabilita. Nel primo minuto dei 5 di recupero è ancora Bocalon a essere protagonista assoluto: cross dalla destra, l’attaccante salta alle spalle di Terzi e schiaccia di testa il pallone, che si insacca alle spalle di Chichizola. Alessandria in vantaggio 2-1. Dopo 5 minuti di recupero Tagliavento sancisce la fine: una doppietta di Bocalon consente all’Alessandria di battere lo Spezia e volare in semifinale di Coppa Italia. (Mondo Pallone)

CALCIOWEB.IT

Alessandria nella storia: il quarto di finale tra sorprese viene vinto in pieno recupero dai piemontesi, che centrano la storica semifinale contro il Milan di Sinisa Mihajlovic. Dopo 20 minuti un rigore di Emanuele Calaiò regala il vantaggio ai padroni di casa e sembra essere una svolta quasi insormontabile per gli ospiti, che invece reggono e trovano la rete del pari a meno di dieci minuti dalla fine, grazie al neoentrato Bocalon.
Sembra ormai tutto destinato ai supplementari, ma è ancora Riccardo Bocalon in pieno recupero trova la rete del vantaggio, facendo esplodere la gioia di tutta la panchina e dei tifosi. Una straordinaria storia sportiva in pieno stile Fa Cup, con una squadra di Lega Pro che è incredibilmente riuscita ad arrivare in fondo ad una delle competizioni più importanti. (Calcioweb.it)

SerieB24.com

Sfuma il sogno dello Spezia, continua invece quello dell’Alessandria che si impone per 2-1 in terra ligure. Bocalon show, entra e segna una doppietta che manda i suoi in semifinale. Piemontesi che affronteranno in semifinale il Milan.
CRONACA – Gara molto chiusa nei primi minuti, a dimostrazione che la posta in palio è davvero pesante. Al 19′ si sblocca la partita. La squadra di casa usufruisce di un calcio di rigore per un fallo subito da Terzi sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Calaiò trasforma dal dischetto e porta in vantaggio i suoi. Al 24′ grande occasione per il pareggio che capita all’Alessandria. Marconi non riesce a trovare il tap-in vincente a pochi passi da Chichizola. Al 34′ occasione divorata da Calaiò che, da buonissima posizione, tira debolmente. Primo tempo che finisce dopo un minuto di recupero e senza altre emozioni. Pronti-via l’Alessandria va subito vicino al gol con Marras che, su un tiro-cross, impegna severamente Chichizola. Loviso al 50′ ci prova su punizione, palla però che finisce larga. Altro gol divorato da Calaiò al 63′. L’attaccante, liberato da un meraviglioso assist di Situm, si mangia un gol praticamente fatto sparando addosso all’estremo difensore piemontese. Al 67′ Fischnaller va vicinissimo al gol del pareggio con un bellissimo colpo di testa, ma Chichizola si supera mandando in angolo. Alessandria ancora pericolosa al minuto 80, questa volta con Nicco, conclusione però troppo centrale. Due minuti più tardi ospiti che trovano meritatamente il gol del pareggio con Bocalon che sfrutta al meglio un rimpallo in area di rigore e batte di giustezza Chichizola. Al 91′ Bocalon raddoppia e porta in vantaggio i suoi. Colpo di testa preciso e angolato che non lascia scampo a Chichizola. Dopo cinque minuti di recupero la partita finisce con il risultato di 2 a 1 per l’Alessandria. Vittoria meritata per i piemontesi che adesso affronteranno il Milan in semifinale. (SerieB24.com)

Città della Spezia

SAN SIRO E’ ROBA D’ALTRI, LO SPEZIA PERDE ANCHE LA FACCIA
Trovarsi in vantaggio per incanto dopo 20′, sprecare tre palle gol e fare la peggior mezzora finale possibile. Così Gregucci accoppa Di Carlo e una doppietta di Bocalon manda l’Alessandria in paradiso, Ora l’incubo indifferenza.
PRE-PARTITA
19.10 – Settecento metri, ma a guardarli sembrano pure meno. Dal centro al vecchio “Picco” sulla solita strada da centanni, quel viale consumato dalle suole dei tifosi di ogni generazione. E il pensiero più o meno da venticinque anni a questa parte è sempre quello: non riesci a capire perché camminando verso il tempio c’è qualcuno che viaggia nel senso opposto al tuo. Di quelle serate, speciali e rarissime, in cui ti camminano in tanti fianco a fianco, magari davanti dandoti le spalle o anche dietro, col fiato sul collo, ma tutti nella stessa religiosa direzione.
19.24 – Spezia ed Alessandria sa di terza serie: è in quella categorie che grigi e liguri si sfidavan, divisi da cento e qualcosa chilometri e da un opposto rapporto con i tifosi del Genoa. Questa sera per queste due società, mai troppo fortunate parlando di successi, è la meritata ribalta sportiva nazionale, con gli occhi di tutto il calcio addosso, o almeno così piace pensarla. Diecimila cuori, più o meno, duemila (o anche un po’ meno) dalla città piemontese. Molti di loro c’erano anche quel famoso 19 dicembre 1999, magari bambini o non ancora padri, ma forse quella gara fu da noi lo spartiacque fra l’epoca calcistica moderna e quella contemporanea.
19.39 – Il volume sale quando mancano 15′ e le due curve iniziano a battibeccarsi. Davanti ad Andrea Abodi, presidente della Lega di B, Spezia ed Alessandria si giocano un posto in semifinale al cospetto del Milan, reduce dalla vittoria contro la Fiorentina, ieri sera, grazie ai sigilli di Bacca e Boateng. Bianchi e grigi contro, uno spot al calcio, contro la logica dei bacini di utenza, delle logiche pubblicitarie: quando in Italia si arriverà a considerare seriamente l’ipotesi di una rifforma della Coppa Italia davvero sul modello inglese (gare secche ma in casa della meno blasonata).
19.47 – Il 4-4-2 di Di Carlo con Chichizola a guardia della rete, linea a quattro formata da De Col e Migliore sugli esterni, Valentini e Terzi al centro; cabina di regia affidata a Pulzetti e Canadjija con Situm a sinistra e Ciurria a correre dalla parte opposta. Tutti dietro le punte Nenè e Calaiò.
PRIMO TEMPO
La storia d’un calcio di altri tempi narra sfide epocali, con le casacche di lana o di quel sintetico che non ne fanno pià. Divise sporche di fango e fatica su campi improbabili. Spesso di quelle storie di ordinarie plumbee domeniche, sventurate protagoniste erano due squadre del nord-ovest, squattrinate ed orgogliose, con stadi brutti ed incompleti ma tremendamente irrinunciabili. Juve, Torino e le genovesi vicine soltanto geograficamente ma nei cuori provinciali ed orgogliosi impossibili da sostenere, da “sentire”. Spezia ed Alessandria si regalano una serata a palazzo, cogli occhi di tutta Italia addosso, anche quelli di Sinisa Mihajlovic che in semifinale aspetta una delle due, con la grande occasione di un tabellone in discesa ripida. C’è una categoria di differenza, anche se i grigi sono a ridosso della testa della classifica e mirano al salto di categoria, anche se lo Spezia è in un nuovo rodaggio, fra incertezze, mercato e una nuova fisionomia imposta da Di Carlo.
Le danze di Nenè e Calaiò, Alessandria timoosa. Subito rigore: Calaiò non perdona.
Due folate di prima, palla a terra, nello stretto, Nenè e Calaiò si destreggiano e trovano l’area quasi naturalmente, sprecando quando c’è da concretizzare. A fare la partita è lo Spezia fin dall’iniziale start di Tagliavento poco dopo che il grande drappo a centro curva scenda sotto la balaustra. Gregucci chiede ai suoi di non accortocciarsi sulla manovra avvolgente degli aquilotti: teme che i suoi rinuncino troppo presto a giocarsela a viso aperto, vuole anzi un atteggiamento pi sparagnino, almeno nella prima delicata fase della gara. La rasoiata di Situm al 9′ contemplea l’estetica ma non esplode la giusta forza, ma è l’equilibrio a tenere il gioco sotto ritmo. Sottoritmo lo Spezia e sottovoce i supporters dello Spezia, che iniziano contratti. Nel torpore di un “Picco” pieno come un ovetto ma, come dire, infreddolito, non è un caso che ci vogliano almeno 15” prima che la Ferrovia si accorga che Tagliavento al 18′ indicava proprio il dischetto del rigore: in una mischia succede che Celjiak cintura platealmente Valentini saltato per un calcio d’angolo. La maglia si allunga e il fischietto umbro non ha dubbi: spettrale il “Picco” che per esultare attende direttamente il sigillo dell’Arciere: Emanuele Calaiò finta il tiro, aspetta che Vannucchi scegla l’angolo e insacca, imparabilmente.
Chichizola più forte delle amnesie di Tagliavento. Gioco frammentato.
Gli ospiti subiscono il contraccolpo e ci mettono qualche minuto a sistemarsi. A dare morale a Marras e compagni sarà al 24′ l’arbitro Tagliavento che non fischia un fuorigioco lapalissiano di Fischnaller, sgusciato via alla marcatura e bravo a calciare da posizione defilata su passante di Nicco. Chichizola s’accascia e in due tempi evita il peggio: ma che svista l’assistente Paganessi che non assiste proprio per nulla il fischietto di Terni. Le leggerezze di Nené sul limite dell’area, indolenze brasileire che il Picco non digerisce, sono direttamente proporzionale alla voglia dell’ex cagliaritano di andarsele a recuperare ma negli ultimi venti metri si può fare ben altro e Calaiò ha bisogno. Soprattutto perché Pulzetti e Canadjija non costruiscono gioco e Ciurria, ammonito per un fallo inutile e dettato forse da problemi di condizione: sono entrambi cursori, abili negli inserimenti ma non così propositivi quando c’è da fare qualcosa di differente dal lancio lungo.
Chichizola da infarto, squadra senza guida.
Di certo lo Spezia non fa bene, ma l’Alessandria non è la B e su questa falsa riga si rischia pochissimo. A Gregucci capita proprio quello che non doveva succedere: prendere un gol dopo una manciata di minuti, manda all’aria piani tattici e quella spensieratezza che in partite così si alimenta minuto dopo minuto, trasformandosi in attenzione e compattezza. Vien da pensare a cosa succederebbe se davanti ci fosse una qualsiasi squadra del campionato cadetto: è su questo che Di Carlo e Fusco dovranno lavorare nelle settimane di mercato mancanti. Le imprecazioni del 34′ sono tutte per Calaiò: freddo sul penalty, l’Arciere non mantiene fede al suo cinismo sotto porta quando si invola verso la porta e una volta entrato in area abbandona l’idea di tirare troppo presto, preferendo un complicato passaggio per Situm, intercettato in uscita dai guanti di Vannucchi. Al 40′ l’infarto lo rischiano in tanti: Chichizola pasticcia su un normale disimpegno con i piedi, rischiando di farsi beffare dal grintoso Marconi. L’Alessandria finisce in crescendo, un po’ come i suoi tifosi; lo Spezia invece imita i propri di supporters e il risultato non è edificante.
SECONDO TEMPO
Dal pasticcio del 40′ alla solita affidabilità di sempre: prima alzando sopra la traversa un interessante pallonetto di Marras poi arpionando una palla aerea fra le grinfie di Marconi. Chichizola si prende la scena, anche se l’inizio del secondo tempo è di marca alessandrina: guizzano i brevilinei attaccanti piemontesi, mentre la Ferrovia tenta faticosamente di rimediare ad un primo tempo senza voce. Nella mediocrità di un match che peggiora sempre più, lo Spezia si divora l’occasione del raddoppio più o meno al 19′: Situm fugge in contropiede, alza lo sguardo e serve a Calaiò il pallone della sicurezza ma sul tiro ad incrociare dell’ex senese, Vannucchi è grandioso ad intuire con i piedi e sbarrare la porta con un balzo da applausi.
Calaiò si divora il raddoppio, l’Alessandria torna pericolosa. E pareggia.
La differenza fra Spezia ed Alessandria è roba da valori assoluti: ai punti, se fosse 3-0 non ci sarebbe nulla da dire, eppure i bianchi non si possono guardare e se al 22′ Chichizola non alzasse sopra la trasversale una zuccata di Fischnaller colpevole soltanto della troppa centralità, il portiere argentino si ripeterà pochi secondi più tardi, smanacciando il colpo di testa di Marconi, che in mischia trova un perfetto terzo tempo. L’altissimo numero di errori individuali richiede qualche cambio: Ciurria passeggiava da tempo e trova la doccia anticipata (dentro Kvrzic), Nenè rimane in campo ma al 26′ sbaglia uno stop davanti alla porta che toglie ogni riverenza e pure la pazienza di Di Carlo: minuti per Catellani, sarà titolare sabato a Vercelli. Col risultato in bilico tutto è aperto e Nicco, servito da Fischnaller nel cuore del’area, calcia addosso a Chichizola. Ma lo Spezia è già finito, non gestisce un pallone, bloccato quando costruisce, approssimativo quando difende. E trafitto al cuore al 37′ quando Bocalon, di forza, si libera con una gomitata sul viso di Terzi e buca Chichizola: il gol non sarebbe regolare ma i grigi lo meritano per la gagliardia e la voglia di combattere fino alla fine.
La serata di Bocalon: l’Alessandria rimonta e vince.
Al peggio però non c’è mai fine e l’Alessandria dopo aver violato il Ferraris si ripete anche in Viale Fieschi: nel primo minuto di recupero il dramma di una sconfitta senza giustificazioni, diventa realtà quando Marras sostiene lo sforzo collettivo, crossa al centro e Bocolan, dimenticato da Valentini, incorna alle spalle di Chichizola. L’Alessadria costruisce una rimonta epocale, lo Spezia è vittima di una giusta punizione: incapace di chiudere la partita, l’undici di Di Carlo dimostra di non meritare mai veramente il passaggio del turno. Una notte da inferno e la sensazione che con questa sera finisca per andare in archivio tutta quanta la stagione: o almeno quella parvenza di stagione che si poteva sperare con l’arrivo di Di Carlo. Perchè i playout non sono così lontani e il mercato diventa sempre più difficile se la classifica è già mediocre ad inizio gennaio. Finisce fra i fischi e l’urlo “buffoni, buffoni”. Un epilogo che sa di repulisti, ennesima conferma che ora per chi rimane a guidare lo Spezia sarà veramente dura. Quelli dovevamo essere noi? No, è giusto sia andata così. (Città della Spezia)

Alessandria News

Una partita incredibile, un altro miracolo sportivo. Quando l’arbitro Tagliavento di Terni (al 96′ abbondante, dopo un recupero che sembrava non finire mai) fischia la fine dell’incontro tra Spezia e Alessandria valido per i quarti di finale della Coppa Italia, esplode la gioia di tutti i tifosi dei Grigi. Quelli che erano al Picco (26 i pullman partiti dalla città), quelli che erano in piazza Duomo davanti al maxischermo, quelli che erano con amici e parenti e quelli che erano soli davanti alla tv, tutti a trepidare per un risultato che a inizio stagione sembrava impossibile anche solo da sognare: la semifinale di Coppa, la trasferta a San Siro, l’Europa vicina… E invece la squadra di mister Gregucci, dopo aver vinto a Palermo e a Genova, si ripete anche a La Spezia, contro una più accreditata compagine di B, che aveva eliminato la Roma, e che sta costruendo, grazie ai denari di un presidente facoltoso, una squadra tosta allenata da Mimmo Di Carlo.
Un’altra impresa epica, che porta l’Alessandria a uno storico traguardo, e a due sfide (le semifinali prevedono appunto gare di andata e ritorno) addirittura contro il Milan di Mihajlovic. Una partita d’altri tempi, che vale l’ingresso in finale e l’Europa League! L’entusiasmo è alle stelle. Su Raisport, che trasmetteva la gara, la vittoria è accolta con una sorprendente euforia, vengono intervistati un grandissimo Gregucci (commuovente la dedica a Piermario Morosini) e a un Di Masi, il principale artefice di questa squadra che rimarrà nella storia, al settimo cielo. Poi i servizi e gli approfondimenti dei Tg sportivi (e non solo), le prime pagine dei quotidiani (sportivi e non solo), i messaggi, i commenti, le lacrime di gioia dei tifosi alessandrini, i clacson delle auto, le telefonate di amici lontani, che si uniscono alla nostra gioia
Ci sarà tempo per parlare con calma di tutto. Ad esempio, del fatto che la semifinale di andata non si potrà giocare al Moccagatta, ancora non adeguato per capienza e sicurezza a gare tanto importanti (speriamo che lo diventi presto…), e la conseguente trasferta, probabilmente allo stadio Olimpico di Torino. O dell’impatto che questa impresa sportiva potrà avere sull’umore della città e sul futuro della squadra. Ora, però, lasciamo spazio alla festa e all’entusiasmo. Un grazie ai giocatori, che secondo noi meritano tutti un 8 in pagella, con una citazione speciale per l’ottimo Vannucchi e un 10 a Bocalon. Il massimo dei voti anche al mister e alla società. E aggiungiamo pure la lode ai tifosi presenti al Picco. Ora concentrati sulla gara di sabato con il Cuneo, e poi un passo alla volta, facendo in modo il sogno non finisca.. (Alessandria News)

 

 In collaborazione con: www.museogrigio.it