Slogan 2016 per la campagna abbonamenti dell’U.S. Alessandria 1912

UNA GIUSTA PUNTUALIZZAZIONE
La Società U.S. Alessandria 1912, ha lanciato un nuovo slogan per la campagna abbonamenti per l’anno 2016/17 (quello nella foto), però a detta degli esperti c’è un errore di fondo, vediamo quale e perchè:

“lo slogan è in dialetto alessandrino (a parte il concetto) ma in alessandrino si dovrebbe scivere così: In cédérròn mai i lisandrén in cédérròn: Al posto della vocale A ci vuole la vocale O. Potrebbero chiedere ai vecchi alessandrini e non rifarsi agli scritti di 100 anni fa…. Es: si pronuncia e si scrive Lisòndria e non Lisandria (nei paesi e sobborghi).”
Franco Rangone

Allora poichè la stampa (Ottocentesca) è ripresa dalla “Storia degli Alessandrini” di Bima da me rieditata per ben 4 volte e quale autore di “W Gajoud” (tutto quello che non si sa su Gagliaudo) mi permetto di precisare. Se vogliamo rifarci alla storia la frase giusta è quella dell’immagine e poichè il personaggio è stato reinventato nel 1874 per la celebrazione dei carnevali si tratta non tanto di dialetto arcaico, quanto di dialetto antico ed è ripresa dalla “Gagliaudeide” Commedia di Crispino Jachino con musica di Pietro Astori . Crispino Jachino (il più prolifico gagliaudino) e il grande Abbà Cornaglia furono gli autori poi dell’Inno Carnevalesco dove la frase, che è la più nota è quella del tondino che posto. foto di Alessandria - Lisòndria.Precisando che l’italiano arcaico non ne esiste traccia in Alessandria, (tipo: sao ko kelle terre per kelli fini) è certamente dialetto fine ottocento quando il nostro vernacolo ebbe dignità di stampa: Infine se vogliamo attualizzare ha ragione Franco Rangone. Intervento molto stringato e non esaustivo per lo spazio.
Ugo Boccassi