Quartiere Orti

Un altro CORPO SANTO

di Ugo Boccassi.

ORTI
È sicuramente il nostro primo “Corpo Santo”. Sorto sulla sponda destra del fiume Tanaro, è fra tutti il più vicino alle mura. Oggi di venuto “Rione” di Alessandria è unito proprio alla Città stessa. Borgo Orti è sorto nei 1168, anno di fondazione della “Cittanova” denominata poi “Alessandria” in onore di Papa Alessandro III, il Papa della Lega Lombarda che determinava appunto la nascita del nuovo “Comune” italiano.
Proprio per ragioni che diremo annonarie, venne allora disposta appena fuori mura, sulle rive del Tanaro, e altresì dominata dal Castello di Rovereto, una zona verde di “orti” necessaria per il sostentamento degli abitanti in caso di assedio, come infatti avvenne in appresso, al tempo del “Barbarossa” famoso.
Orti è quindi fra tutti il primo nostro “Sobborgo” sorto sulla destra del Tanaro, al riparo delle mura della Città e sopra tutto del Castello suddetto. Occorre precisare che allora, anno 1168, la Bormida alquanto capricciosa nel suo corso, si univa al Tanaro, fiume assai più importante e più regolare, all’incirca dove oggi vediamo il Ponte detto degli Orti. Confluenza in allora assai importante in quanto i due fiumi restituivano una valida e naturale difesa, e per Alessandria ed anche per Orti stesso. Come è noto oggi la confluenza dei nostri due fiumi avviene assai più lontano, sotto alla Rocca di Montecastello.
Religiosamente Borgo Orti dipendeva allora sia da S. M. di Castello, che dall’alto dominava tutta la zona di Orti; sia da San Martino che si vuole avesse concorso alla fondazione del Borgo stesso con alcune famiglie proprie, quivi stabilite per ragioni diremo e annonarie” e precisamente per la coltivazione degli erbaggi. In effetti risulta che nei 1598 gli “ortolani” erano cresciuti in tal numero che divenne necessaria una Parrocchia indipendente, sia da S. M. il Castello come da S. Martino.
Si vuole che una prima Cappella in loco, sia dovuta al Canonico Alberto da Crescentino, Parroco di S. M. di Castello favorito peraltro dal concorso di molti benefattori già di Orti stesso. La prima Chiesa compiuta intorno al 1590, venne benedetta dal Vicario di Alessandria, Mons. Ottavio Saraceno, nel giorno della Natività di M.V. Era dedicata alla Madonna della Sanità, pare a ricordo di una grave epidemia appena superata. La nuova Chiesa divenne Parrocchia nel 1598, confermata poi ancora nel 1602 dal Vescovo Odescalchi con regolare consenso dei Parroci sia di S. M. di Castello come di S. Martino che rinunciarono allora ai loro diritti di fondazione.
Per la stretta vicinanza col Tanaro che sovente invase il nostro Sobborgo, la Chiesa suddetta subì gravi danni per inondazioni nel 1674, nel 1683 e poi ancora nel 1750. Nel 1779 si provvide per la ricostruzione, ma i lavori furono spesso interrotti per cause diverse; nel 1781 quando ancora non era dei tutto compiuta, venne (disunita con molte case intorno, per dar posto a nuove fortificazioni da questa parte della Città. Più tardi ancora i lavori stessi difensivi vennero ripresi e completati dai “genieri” di Bonaparte. Fu proprio allora che molte famiglie a malincuore lasciarono il loro borgo per trasferirsi parte in Città e parte nelle vicine valli delle nostre colline. Si vuole che in quella occasione vennero distrutte dai francesi più di quattrocento case; molto ne soffrì anche la Chiesa Parrocchiale sicché nel 1803 venne adattato quale Tempio, l’umile casa di un parrocchiano di nome Francesco Pistoia.
Finalmente nel 1818 si poteva iniziare la costruzione della Chiesa attuale su disegno dell’Architetto Casalini: la prima pietra fu posta precisamente il 26 aprile dell’anno stesso. Come allora d’uso venne messa all’incanto e vinta per ben 58 lire, da un certo Sebastiano Testera. L’anno appresso, nel giorno della Natività di M.V. il nostro Vescovo Mons. D’Angennes consacrava la nuova Chiesa sempre col vecchio titolo che risaliva a; 1590, unendovi altresì una antica Confraternita detta di S. Sebastiano, eretta il 19 aprile 1660 dal nostro Vescovo e poi Cardinale Mons. Ciceri.
Le nuove fortificazioni di Cavour del 1856, divisero ancor più di prima la Città dal nostro “Sobborgo” che frattanto, a partire dal 1838, era diventato Sede del nostro Camposanto, sul margine esterno della nuova Piazza d’Armi, comunemente detta degli Orti per distinzione dalla Piazza al termine di Via Dante che rimane ancora a lungo disponibile col titolo di Piazza d’Armi “Vecchia”.
Il nuovo Cimitero, costruito su disegno dell’Architetto Valizzone, rese allora di uso comune nel nostro popolo, la significativa espressione di “andare agli Orti” proprio nel senso dell’ultimo nostro viaggio terrestre!
Sempre in argomento “Borgo Orti” diremo ancora che Bonaparte aveva creato da questa parte della Città, un importante Poligono di Tiro sia per artiglieri come per fucilieri. Di quel tempo lontano e del Poligono stesso, scomparso poi con la caduta di Napoleone, è rimasto ricordo particolare nel titolo di una vecchia strada interna di Orti che dal Tanaro o meglio dalla Cittadella ancora portava al suddetto Poligono. Una strada diremo militare percorsa allora dalle truppe francesi e precisamente intitolata “Rue di Polygon”: per gli abitanti divenne ed è tuttora rimasta, la strada nostra della Poligonia. È la strada clic di fronte al grande viale che delimita da questa parte la Piazza d’Armi, presenta una nota “Cappelletta”.
Il campo di tiro francese divenne poi nel 1855 la nuova Piazza d’Armi per le truppe piemontesi: fu precisamente inaugurata da V. E. II e da Cavour il giorno 14 aprile 1855 col saluto sulla Piazza stessa, alle truppe del Corpo di spedizione di Crimea al Comando del Gen. La Marmora.
Distrutta più tardi Porta Ravanale (anticamente Rezolia), un “Torrione” che chiudeva da questa parte la nostra Via Mazzini (già Strada Ravanale); distrutti anche i bastioni di un tempo, compreso il famoso Bastione delle Dame sul fianco quasi di Santa Maria di Castello, Sobborgo Orti è divenuto Rione importante della Città. La significativa unione è costituita soprattutto da alcune opere di grande rilevanza e di natura diversa: i nuovi Mercati Generali, il Pubblico Macello, il Campo sportivo (prima quello nella zona di via Vinzaglio e poi il Moccagatta in spalto Rovereto). Menzione particolare merita da questa parte l’Ospizio della Divina Provvidenza eretto dal Senatore Teresio Borsalino, grande opera veramente “Miracolosa” dovuta proprio alla Venerata Madre Michel di nota Casata Alessandrina, che sicuramente vedremo un giorno elevata alla Gloria degli Altari!
Ricordo particolare merita anche il grandioso viale, diremo centenario che proprio da Porta Ravanale suddetta giungeva sino sul Tanaro, sorto quando ancora vi era soltanto il “traghetto con barca”. Purtroppo il nostro viale che costituiva una passeggiata assai frequentata venne distrutto alla fine della guerra 1915-18 e strano a dirsi oltre fiume fu anche distrutta la linea di acacie piramidali dal ponte al Sanatorio Borsalino.
Oggi il viale è rinnovato ancora sul lato della Piazza d’Armi (diventata, nei primi anni del ‘900, area aeroportuale) e divide le due corsie della strada di uscita dalla Città sino alla Nuova Direzione d’Artiglieria, qui trasferita dalle ben note “Tettoie” su Corso Cavallotti, poi distrutte.
E ancora diremo, sempre da questa parte della Città, che scomparsi finalmente gli ultimi bastioni di Cavour (anno 1856) proprio sulla linea di circonvallazione sta per sorgere un nuovo importante Rione compreso precisamente tra “Circonvallazione” e Piazza d’Armi, sul viale che conduce al Cimitero

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