A PROPOSITO DEL PONTE MEIER

A PROPOSITO DEL PONTE MEIER
Sono nata nel 1958, ad Alessandria, e ho abitato per i primi dieci anni della mia vita, in via Testore n.1, una piccola traversa di via Tonso, nel quartiere Pista. A pochi metri dalle nostre case….il nulla…campi, qualche cascina, campi, campagna e boschetti fino ad arrivare alla Bormida…come dire che sono cresciuta in campagna. L’unica costruzione “storica” della zona era il Forte della Ferrovia, dove naturalmente, nonostante i divieti e le minacce dei genitori, noi bambini andavamo a giocare, seguendo le orme dei fratelli più grandi. Per arrivarci, bisognava seguire uno stretto sentiero che costeggiava i binari della ferrovia, ma prima di arrivare al sentiero dovevamo passare sotto il “Ponte del coniglio”. Ed eccolo qua il “mio” Ponte (mio e di tutti i bambini e ragazzi che abitavano lì in quegli anni), il nostro piccolo-grande Ponte Meier era lui!!! Sopra ci passavano i treni e noi ci fermavamo sempre sotto ad aspettare che ne passasse uno. Quando arrivava avevi l’impressione che ti passasse sulla testa un terremoto, ti sentivi tutto tremare, e noi urlavamo fortissimo per tentare di superare quel suono frastornante!
Il “Ponte del coniglio”, il ponte delle prove di coraggio, delle sfrecciate in bicicletta, degli appuntamenti, dei canti per sentire l’eco….quello sì era un Ponte..il nostro Ponte.
Poi pian piano, la città è cresciuta e dove c’era tutta quella campagna è sorto il “Quartiere Europa”. Tanti di noi hanno lasciato quelle vecchie case, per andare ad abitare “nel nuovo”, lasciando lì qualche amico e i nostri ricordi più belli.
E il nostro Ponte? Sparito! Inghiottito dalle nuove strade e dalle nuove case, inghiottito con la nostra fanciullezza…(sarà diventato un garage)?
Ma quando capita che noi bambini ormai quasi sessantenni ci incontriamo, in mezzo a tutti i “ti ricordi”, non manca mai, e dico mai, la stessa domanda: “e il Ponte del coniglio”??? Per scoprire anche che tutti noi, crescendo, siamo tornati negli anni a cercarlo, a provare di capire dove può essere finito…e quando passi vicinissimo al punto in cui era e ti fermi ad aspettare un treno che passi, se fai bene attenzione, quando arriva, insieme al suo rumore ti sembra di sentire urla, grida e risate di bambini.
Questo è il “valore” di un ponte, quello che ti porti nel cuore, non i suoi dati “storici”….questo era il mio PONTE MEIER!!!!!

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Una risposta a “A PROPOSITO DEL PONTE MEIER”

  1. Anch’io andavo quasi quotidianamente a Bormida alle baracche ed inevitabilmente passavo sotto il ponte del coniglio.
    Sono passati ormai quasi 55 anni (allora ne avevo 5 o 6).
    Peccato non esista più, ma tra un po’ non esisterò neppure più io.
    Pazienza.
    Comunicazione di servizio.
    Si andava al Bormida e non alla (visto che è un fiume).

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