Sanatorio (1929-1936) – Alessandria
Ignazio Gardella si trova a soli ventiquattro anni (e senza ancora la laurea) a gestire il completamento progettuale e realizzattivo del Sanatorio Borsalino, l’ultima opera di suo padre che tuttavia egli critica per l’impianto piuttosto classico. L’intervento, per le parti che ancora lo consentono, è abbastanza radicale e, ispirandosi ai canoni stilistici del coevo razionalismo francese (che prevedono ad esempio il grande pronunciamento dello sbalzo dei balconi o le ringhiere molto razionalistiche e lineari), mette in luce una personalità architettonica assolutamente innovativa, affascinata da elementi di originalità (che poi costituiranno le peculiarità gardelliane) quali la convergenza delle finestre verso gli spigoli delle facciate o le ringhiere delle scale interne con accentuata curvatura continua.
Degna di particolare menzione è poi la piccola chiesa del suddetto Sanatorio che può dirsi a tutti gli effetti la prima opera completa e ufficiale. Di questa chiesa meritano di essere considerati in particolare la pianta che ha elementi vari con un’insolita forma di parabola, la torre campanaria che, partendo dal portale centrale, si innalza come semplice traliccio stilizzato e inoltre la bicromia che differenzia il basamento dalla fascia alta della costruzione.