ORIGINE DELLA CITTA’ DI ALESSANDRIA

ORIGINE DELLA CITTA’ DI ALESSANDRIA

Forse pochi sanno che in una sala del Comune di Castellazzo Bormida è custodita, con la cura dovuta ad un caro cimelio, una stampa intitolata “ORIGINE DELLA CITTA’ DI ALESSANDRIA”. Su tutti gli astanti emerge, in questa stampa una figura dalla “maschia possa”, dal viso maestoso e greve, dal porgere incisivo, tutto ardimento. A lui fanno corona uomini e donne, temprati alle fatiche delle circostanti campagne, forti nelle membra, indomiti nello spirito: assorti, trasportati dalla facondia di chi ad essi si rivolge. Nello sfondo la Chiesa di Santa Maria di Castello e la fortezza di Rovereto dalle alte, massicce mura.
E’ l’illustrazione, meglio la raffigurazione di un episodio tramandatoci dal Lumelli in un passo della sua operetta “De origine atque historia civitatis Alexandriae”: “Emanuele Boidi de’ Trotti nel castello di Rovereto colla maschia energia della sua parola e coll’evidenza del vero induce i titubanti deputati di Borgoglio, Marengo, Bosco, Villa del Foro, Oviglio, Quargnento, Solero ad intraprendere per comune difesa dai continui attacchi del Marchese di Monferrato e dalle molestie dei pavesi, l’edificazione di una nuova città, detta prima “Cesarea di Gamondio”, poi Alessandria, in onore di Alessandro III”.
Alessandria da Gamondio trasse l’origine prima: Emanuele Boidi de’ Trotti, di Gamondio, rappresenta la volontà indomita dei circonvicini borghi, a capo dei quali, appunto, stava quella antica terra, di por fine alla prepotenza ghibellina, impersonata e rappresentata dal confinante Marchese del Monferrato che Alberto Guasco di Alice, trascinerà prigioniero nell’auspicata e novella città sorta a libero Comune. Emanuele Boidi de’ Trotti fu umile in tanta gloria, siccome Gagliaudo degli Aulari.
Lasciarono allora i campi resi fertilissimi dalle sudate fatiche quei coloni, lasciarono il natio casolare: accorsero nella edificata città primi i Trotti, che appellarono ad eterna memoria della cara patria Gamondio, il quartiere ove posero loro sede a San Martino la chiesa a loro spese innalzata, seguirono gli Astuti, i Cermelli, i Lanzavecchia, i Gambacorta; vennero da Solero i Guasco, da Oviglio i Dal Pozzo: Alessandria fu in breve popolata, aumentata poi dalle famiglie che le città confederate (Genova, Milano, ecc.) vi inviarono ad accrescere la sua importanza ed il suo sviluppo.
La baldanza dell’imperatore era fiaccata: sorge a baluardo la città nuova, la quale, costituitasi in libero Comune, assurgerà al rango di emporio commerciale, di fortezza insuperata, di nodo stradale di primissimo ordine e sarà segnacolo di giustizia “DEPRIMIT ELATOS LEVAT ALEXANDRIA STRATOS”!

 

 

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