Nel 1891 viene terminato il nuovo manufatto tra Cittadella e città. Nel 1848 era stato scoperchiato il precedente per ragioni militari…

Parlare di ponti sul Tanaro è un po’ rifare la storia della città attraverso un particolare, una scheggia di Alessandria, indispensabile per legare le due parti di città che, peraltro, non sempre erano d’accordo fra di loro: Bergoglio e Rovereto, poi divenuta Alessandria.

Il ponte di cotto, coperto, costruito nel 1776-1780, lungo 244 metri, largo 8,20 con dieci arcate, non soddisfaceva il mix di necessità che si erano create con la nuova Cittadella, tanto è vero che, travolti gli austriaci nella battaglia di Marengo, Napoleone Bonaparte pensa a rafforzare in misura difensiva quella che per lui è la città della vittoria. Fa lavorare alacremente due architetti Francois Chasseloup-Laubat e Giovanni Salucci. Il primo si occuperà delle nuove fortificazioni della piazzaforte, mentre il secondo del ponte. Occorrono infatti rafforzamenti strutturali delle arcate e una revisione della copertura. Tra il 1800 e il 1805 verranno realizzati. Poi un poco di silenzio per arrivare fino al 1848. Anno importante. La prima Guerra d’Indipendenza, le 5 giornate di Milano, lo sciopero del tabacco sempre dei milanesi contro gli austriaci e la concessione nel Regno di Sardegna dello Statuto Albertino, cioè una vera e propria Costituzione. Ma anche anno in cui la posizione di Alessandria e della Cittadella fortificata non sono proprio di retroguardia. Così è il ponte sul Tanaro a farne le spese. Dietro indicazione sabauda, infatti, un ufficiale della Cittadella ordina la scopertura del ponte.

Nel frattempo la fotografia incomincia a lasciare le sue impronte. Come appare il ponte all’obiettivo del fotografo? L’elemento più evidente sono le arcate, alcune diverse dalle altre. Certe sono a tutto sesto, altre a sesto ribassato, come saranno tutte quelle del nuovo ponte che di lì a poco si costruirà. Segno che i continui rifacimenti strutturali hanno seguito filosofie diverse.
Ma c’è un altro particolare importante. Sotto molte arcate sono state costruite delle pile aggiuntive, con scanalature profonde sul loro fianco. Servono probabilmente per incastrare barriere che fermano il Tanaro e lo incanalano nel fossato della Cittadella. Il ponte, dunque, ha una forte caratterizzazione militare. Mutilato della sua copertura, deve anche subire una portata ridotta e servire da diga nel caso di assedio o attacco della Cittadella.

Le condizioni della difesa militare, però cambiano e quindi si può benissimo mettere in discussione il ruolo del ponte, che dopo circa 110 anni di onorata carriera, è considerato strutturalmente fragile e da mandare in pensione. Nel 1885 infatti il Comune rompe gli indugi, oltreché i livelli altissimi di polemiche in città, e pubblica il bando per la costruzione del nuovo ponte. E ritorna il mistero delle dieci arcate…

Fotografia: ponte sul Tanaro visto da valle con ponte di legno provvisorio a monte. Armatura di un'arcata - La Cittadella è da presumersi a destra (fondo Guerci)
Fotografia: ponte sul Tanaro visto da valle con ponte di legno provvisorio a monte. Armatura di un’arcata – La Cittadella è da presumersi a destra (fondo Guerci)