LA STORIA DELLO STEMMA DI ALESSANDRIA

LA STORIA DELLO STEMMA DI ALESSANDRIA

Lo stemma di Alessandria è antico quasi quanto la sua città. Fu ideato nel 1175 per ricordare la fine dell’assedio di Barbarossa. Era quasi uguale a quello che conosciamo oggi: croce rossa in campo d’argento, sorretta da due angeli ai cui piedi è teso un nastro con la scritta: “Deprimit elatos levat Alexandria stratos” (“Alessandria umilia i superbi ed eleva gli umili”). Pare che questo motto sia stato attribuito da Papa Alessandro III alla città che aveva saputo sconfiggere il terribile e superbo Barbarossa. Con il loro spirito caustico, gli alessandrini traducono però così dal latino: “Le zucche vengono sempre a galla”.
In origine lo scudo argenteo dello stemma era sormontato da una corona principesca, cambiata poi in corona turrita (con cinque merli di torri guelfe, ossia a coda di rondine). Nel 1575 al posto degli angeli vengono disegnati due grifoni (animali mitologici: aquile dalla cintola in sù, leoni dalla cintola in giù), ma nel 1600 sono restaurati gli angeli, fino al 1811, quando Napoleone fa disegnare uno stemma del tutto diverso (conservato ancora oggi nel museo di via Tripoli), che resta fino al 1814. Da questa data lo stemma di Alessandria torna ad essere quello originario, con i grifoni al posto degli angeli e la corona turrita che sormonta lo scudo.
Testo tratto da “Gli 800 anni di Alessandria”