Il TRAGHETTO di Montecastello
Alcune immagini storiche del nostro fiume Tanaro, da cui si deduce quanto fosse vivo e quanto fosse vissuto “TANI” da tutta la popolazione delle nostre campagne.
Erano parecchi i traghetti che sul fiumi o torrenti della provincia di Alessandria congiungevano le due sponde là dove non c’erano ponti ma c’era la necessità di attraversare, soprattutto da parte di contadini che avevano proprietà sulla sponda opposta. A tal fine, esistevano appositi natanti tradizionali a fune, costruiti unendo due grandi burchielli con un pianale, in modo da formare un pontone galleggiante, su cui a volte era anche situata la casetta del traghettatore. Il natante doveva essere in grado di ospitare non solo persone, biciclette e merci, ma talvolta anche carri agricoli con relativi animali da traino. Per vincere la forza della corrente, attraverso il corso d’acqua era teso un cavo, su cui scorreva una carrucola, simile a quella delle funivie, agganciata al mezzo. Era così possibile far correre facilmente l’imbarcazione attraverso le due sponde, senza far uso di remi o anche di motori, semplicemente facendo scorrere la carrucola.
Non è sempre facile rintracciare immagini d’epoca di queste importanti infrastrutture fluviali. Una delle più “ritratte” è senz’altro il traghetto che univa le due sponde del Tanaro fra la sponda destra di Castelceriolo/Lobbi e quella sinistra dalla parte di Montecastello. Il traghetto di Montecastello campeggia in varie cartoline d’epoca della prima metà del Novecento, con inquadrature sempre dalla sponda alessandrina, per esaltare la sua posizione pittoresca, con il castello torreggiante in cima alla rocca sullo sfondo.
Come mi comunica l’amico Luigi Timo, tale servizio è durato fino al 1972 ed è cessato con la morte di colui che chiamavano Vigiu (Luigi) il traghettatore che praticamente viveva sul fiume e di giorno utilizzava l’alloggio precario che stava sul barcone medesimo.
