Fiume Tanaro e pescatori

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Fiume Tanaro e pescatori

di Tony Frisina.

Cari amici lettori, il caldo e la noia estivi si sono fatti sentire; si sono impossessati anche di chi è più tenace e battagliero nel fare tante cose ogni giorno in maniera instancabile.

Perfino la RAI Radio Televisione Italiana in estate riduce ogni attività propinandoci vecchie cose già viste mille volte e giochetti a quiz più o meno divertenti… e allora non possiamo anche noi tirare i remi in barca (visto che stiamo navigando sul fiume) e combattere – almeno in maniera passiva – l’afa e la calura di queste giornate mandrogne?

Per questi motivi – e non per altro – limito (anche) questa puntata alla sola visione di una prospettiva sul ponte Tanaro.

Non è a caso che ho scelto di pubblicare proprio questa immagine e ora vi racconto i motivi.

Bertolotti, la libreria di Corso Roma in questi giorni ha chiuso i battenti. Dedico quindi in onore di questa antica attività cittadina che termina il suo percorso una cartolina stampata da questa Agenzia Giornalistica Libraria.

In seconda istanza (ma non secondariamente) voglio dedicare la pubblicazione della cartolina al mio amico e collaboratore di CorriereAl Angelo Marenzana.

Non ne voglio esporre i motivi. Lui capirà.

Il mio è soltanto un gesto di simpatia e di profonda stima per l’uomo, di gratitudine nei suoi confronti e per il suo lavoro: le sue descrizioni della Città hanno per me una profonda importanza e questo modo di manifestargli simpatia è solo poca cosa rispetto al suo valore.

Leggendo le sue pagine dense di alessandrinità e di amore per questa città (bistrattata da chi soprattutto dovrebbe occuparsene) mi sento affiancato e sostenuto moralmente. So di non essere solo a voler bene ad Alessandria.

Beh… la sto facendo forse troppo lunga e non vorrei far venir caldo (più di quello che si avverte per via dell’estate) al povero Angelo e soprattutto non vorrei metterlo in crisi per via dei troppi complimenti.

Lui che in genere, per sua natura, è abbastanza schivo. (Ciapa lé!!!).

Per quanto riguarda la cartolina degli anni ‘10 si fa presto a dare qualche descrizione.

Anche un secolo fa l’Italia era ben rappresentata da questo pittoresco angolo cittadino: nove persone stanno a guardare e quattro lavorano…

A dire il vero questo tipo di vita (quello suggerito dai pescatori) non è molto dissimile da ciò che vedevo da ragazzo recandomi sulla sponda del fiume. Pescatori con le loro magiche bilance e burchielli che dondolano a pelo d’acqua. Stesse immagini dei tempi che furono e che purtroppo i ragazzi di oggi (almeno su questo fiume) non vedranno più…

Ma io non demordo.

Voglio sperare che in un prossimo futuro le acque del Tanaro possano tornare ad essere balneabili per andare ancora a pucciarmi in esse con gli amici (un Angelo Marenzana a caso o un Ferruccio Ramella qualsiasi) e magari anche con mio padre – ora quasi novantenne – che mi ci portava da bambino. A lui vorrei rendere, almeno in parte, le emozioni che riusciva a farmi provare quando mi portava a sguazzare in Tanaro, poco sotto il Parco della Rimembranza, presso una spiaggetta vicina al ponte della ferrovia.

Sul povero ponte non vorrei dire nulla e lasciare ai lettori la suggestione visiva di questa scena romantica…

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Il pezzo d’epoca.

La caduta nel Tanaro di una signora – Certa Cappello Egidia, d’anni 52, ricca signora di Valenza, è caduta nel Tanaro presso il ponte Cittadella. Venne tratta in salvo dal cantoniere provinciale Pietro Morino e Amilcare Mazzocchi, prontamente accorsi con una barca. Trasportata all’ospedale, è ora completamente fuori pericolo. Sembra che non sia nella pienezza delle sue facoltà mentali, tanto che non seppe dire perché si era recata sulla sponda del fiume e solo è eccessivamente preoccupata di una borsetta e di un lume che asseriva di avere avuto nelle mani quando è caduta.