Cittadella -un passo indietro lungo 300 anni.

IL NOSTRO DOMENICALE :
UN PASSO INDIETRO LUNGO 300 ANNI

a cura di Delegazione FAI Alessandria

Camillo, amico carissimo della Cittadella e di tutti noi, ci racconta la storia della sua famiglia, storia vera, documentata, non leggenda. “La Cittadella, per me, sin da piccolo, è sempre stata un misto di sogno, di realtà e di curiosità: quando li accompagnavo in città ai mercati, il nonno, gli zii, mio papà passando vicino alla Cittadella, mi raccontavano sempre la storia della nostra famiglia. Consultando i documenti, ho avuto la conferma che la casa dei miei avi era in centro Bergoglio, valutata £ 3745 ma pagata £ 3120, adiacente alla chiesa di Santa Maria della Neve, nei pressi dell’attuale Piazza d’Armi: le mie radici sono lì e il mio sogno si è concretizzato”.
Nella prima metà del ‘700, la sua famiglia era proprietaria terriera e coltivava vigneti. Per procedere all’abbattimento del quartiere, finalizzato alla costruzione della Cittadella, l’amministratore incaricato dal governo espropriava i contadini, con l’ordine di rilascio dei campi entro la mezzanotte del giorno stesso, costringendoli ad abbandonare i raccolti ormai pendenti, quindi senza poterne usufruire. Gli avi di Camillo, alla sera, raccolsero l’uva che stava maturando e distrussero la vigna, impedendo all’amministratore disonesto di vendere il prodotto e guadagnare. La famiglia si trasferì a Bergamasco dove furono riconosciuti con il cognome Guastavigna, per la reazione di protesta e perchè provenienti dal quartiere chiamato Guastavina.
Pics by Roma Robroek – Vittorio Ubertone di Lire e di Scudi piemontesi

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