Cimitero Municipale

Facciata del Cimitero foto di Sergio Di
Facciata del Cimitero foto di Sergio Di

foto Guido Boaretto
foto Guido Boaretto

11064938_10206225751983285_7327407968724048458_n

CIMITERO DI ALESSANDRIA
Alessandria fu tra i primi luoghi in cui vennero imposte le leggi francesi, in particolare sulla tumulazione dei defunti. Alessandria recepisce l’Editto di S.Cloud già nel 1805 ed è l’Architetto di città Giuseppe Caselli (1730 – 1808) che deve trovare il terreno dove situare il nuovo cimitero e predisporre il progetto in ottemperanza a quanto stabilito dalle nuove leggi napoleoniche. Sarà il gen. Menou ad emanare gli ordini per il rispetto dell’editto: a questo si ispirerà Ugo Foscolo per la composizione del carme “Dei Sepolcri”. La zona prescelta viene contornata da un muretto ed è prevista una parte dedicata al cimitero ebraico che, fino ad allora, era ubicato vicino alla vecchia Piazza d’Armi, all’incirca in fondo all’attuale via Dante vicino a piazza Matteotti.
Nel 1832 e il 10 luglio 1834 l’Amministrazione Comunale bandisce un’asta per ” ampliazione e costruzione del Camposanto ” per una cifra totale di Lire 67.264. Vince l’appalto Giuseppe Antonio Ivaldi e il cimitero assume un aspetto che ancora oggi è ben visibile.
Viene costruita la chiesetta ellittica, la stessa ancora presente, con a lato gli alloggi per il custode e il sacerdote, mentre il primo spazio rettangolare del Caselli viene ampliato e diventa un campo quadrato, circondato da cappelle destinate alle famiglie più facoltose. L’età napoleonica, pur dopo la Restaurazione, aveva lasciato in eredità nuove idee di libertà, recepite dalla nuova borghesia e dalla nobiltà più progressista, e queste nuove classi sociali tendono a proseguire, dopo la morte, mostrandoli ai posteri, i traguardi raggiunti in vita, attraverso l’esposizione di sculture, arredi, epigrafi e tutto quanto poteva servire al ricordo. Il cimitero diventa una propaggine della città dei vivi inteso sia in senso fisico che mentale nell’illusione di esorcizzare la FINE. Dalla seconda metà dell’800 in poi, nelle nuove cappelle, troveranno posto sculture sempre più numerose e mentre gli scultori, sia locali che provenienti da altri luoghi, faranno a gara per lasciare testimonianza del loro lavoro, le nuove classi ameranno circondarsi di opere d’arte sempre più prestigiose. L’ acquisto dei terreni demaniali si concluse fra il 1881 e il 1882 e il 21 aprile 1882 fu presentata alla giunta una bozza di progetto per l’ampliamento, unita a una relazione che presentava sostanziali novità. Nel nuovo progetto veniva abbandonato il sistema della costruzione di cappelle addossate al muro di cinta, sostituendolo con la costruzione di due gallerie destinate alle inumazioni individuali e a cappelle famigliari. Venne previsto lo scavo, sotto le gallerie, di una parte interrata, sempre destinata alle inumazioni, in modo da rendere omogeneo e non superare in altezza le vecchie cappelle. Il terreno interno, circondato dalle gallerie, veniva destinato a monumenti privati e sepolture pubbliche e particolari. Nel progetto di ampliamento era altresì previsto un impianto per un Crematoio che già altre città italiane avevano adottato : la Cremazione era considerata una soluzione più igienica e in parte risolutrice per la ricerca di nuovi spazi. A questo proposito vi fu una dimostrazione ( il 19 novembre 1886 ), con l’invio degli “inviti” a presenziare, su cui si leggeva: ” La S.V. è caldamente pregata di voler assistere alla pia cremazione di Antonio Testera primo esperimento che si fa in Alessandria dell’igienica Riforma. La Cremazione si farà coll’apparecchio mobile appositamente inviato dalla Società di Milano” (nota 11). Nonostante l’interesse che si presume fosse elevato, Il Crematoio non sarà mai costruito.
Il nuovo progetto dell’ingresso monumentale del cimitero prevede una forma ottagonale ( ingresso attuale ), presenta un grande cancello principale abbinato a due più piccoli laterali che si aprono su due costruzioni di due piani fuori terra. In queste trovano posto gli alloggi per il custode, l’ Ispettore , il Cappellano e l’ inserviente capo. L’ atrio è composto da campate con volte a crocera, mentre la cupola centrale, a forma ottagonale, prevede finestre per l’illuminazione, che è ottenuta anche da quattro aperture circolari presenti nella parte superiore delle pareti laterali.
CIMITERO EBRAICO
Affiancato al cimitero cattolico si pensò a une partie separée per i defunti della Comunità Ebraica. L’esproprio di quel terreno costò al Comune lire 4076 e ottanta centesimi il cui rimborso venne richiesto alla comunità Essa rifiutò di pagare le spese, facendo notare che, in virtù delle leggi francesi, gli ebrei erano cittadini e contribuenti come tutti gli altri e non più una Comunità separata. Si venne quindi ad una transazione: il sito dell’antico cimitero ebraico sarebbe passato in proprietà del Comune: esso si trovava nell’isolato n. 19, delimitato attualmente dalle vie Dante, Ghilini, S. Pio V e da corso Lamarmora.
Il Cimitero ebraico è situato sul lato nord del Cimitero monumentale cattolico.
Si ringrazia l’amica Danila Casucci per il testo e le foto.