Casa della Divina Provvidenza “T. Michel”

Nel luglio 1923 il senatore Teresio Borsalino ebbe modo di constatare che il Piccolo Ricovero, aperto da oltre trent’anni da Madre Michel in Via Faà di Bruno 29, era insufficiente per il sempre maggior numero delle richiedenti. In memoria del padre, invitò Madre Teresa Michel a firmare un atto di acquisto per il vasto appezzamento di terreno che allora separava la città dal rione Orti. Era un terreno incolto, che presentava i segni degli ultimi bastioni eretti nei secoli precedenti in difesa della città
Nel 1923 gli architetti Arnaldo Gardella ed il comm. Luigi Martini di Milano, presentarono il progetto della Cittadella della carità ed il perito edile Giuseppe Uslenghi ne iniziò la realizzazione.
Come in tutte le opere della carità, l’inaugurazione avvenne senza solennità particolari ed il 13 giugno 1927, festa di S. Antonio, le prime ospiti trovarono festosa accoglienza. Erano orfanelle, minorate psichiche, malate croniche, epilettiche, tubercolotiche, ecc. e, per poterle ospitare, occorreva sia la tessera di nullatenenza che quella di rifiuto da ogni altro ospedale.
Il 15 ottobre 1927, in occasione della festa onomastica di Madre Michel, il Senatore le fece dono delle chiavi dell’Istituto, il quale rimase così aperto senza altre formalità
Le chiavi d’argento, poste in un elegante astuccio, erano accompagnate da una lettera autografa del Senatore, riportante le seguenti parole:
“Mi permetto di inviarLe le chiavi della nuova casa della Divina Provvidenza. Chiaro e significativo vuole essere il simbolo delle chiavi. Do alla S/V Rev.ma consegna formale del nuovo edificio. Ella, in nome del Signore, prenda possesso del piccolo regno della carità che io sono ben felice d’aver edificato per ispirazione di Lei Rev.da Madre e del Buon Dio.
Le chiavi sono due: una per la porta maggiore del pio ospizio con la medaglia della Madonna della Provvidenza, l’altra è per il Tabernacolo, con la medaglia di Gesù Eucaristico.
Ella, con preghiere e virtù, darà a noi ed ai poveri altre chiavi d’oro”