“Caro presidente…”: lettera aperta a Luca Di Masi da un tifoso dell’Alessandria

“Caro presidente…”: lettera aperta a Luca Di Masi da un tifoso dell’Alessandria

"Caro presidente...": lettera aperta a Luca Di Masi da un tifoso dell'Alessandria

ALESSANDRIA – Abbiamo ricevuto in redazione una lettera firmata da un tifoso dell’Alessandria, rivolta in particolare al presidente Luca Di Masi.

Egregio Presidente,

   in piena facoltà, le scrivo la presente che spero leggerà.

Ma non lo faccio per chiederLe grazia o raccomandazione ma solo per cercare di mettere ordine nel disordine di sensazioni di un tifoso grigio (quasi) qualunque.

Un po’ come alla fine di un viaggio si mettono via le cose usate (la fotocamera, le guide, i libri) e si mettono a lavare (in casa) i panni sporchi.

E io, inizio mettendo via la bellezza.

La bellezza di un infinito serpente di luci, che in una tiepida notte di gennaio, illumina con fari orgogliosi una corsia della Torino-Piacenza; o quella di centinaia di sconosciuti sorrisi dati e ricevuti solo perché avevi addosso una sciarpa grigia.

Metto via la frenesia del tempo lungo che non passa fra una partita e l’altra, perché speri sempre che l’altra sia meglio.

Metto via – ma nel primo cassetto, quello più a portata di mano – la passione; così posso tornare a prenderla se la squadra tornerà a darmi motivo. Perché, se è pur vero che sono nato e cresciuto in Alessandria e ho i grigi nel cuore, io ho voglia di innamorarmi, non di provare affetto.

Metto via il Mocca, con il suo meraviglioso tappeto e i suoi variegati tifosi quasi sempre pensanti e simpatici, quasi mai osceni e volgari.  Lo metto via come se fosse un teatro, a disposizione, anche mia, se ci saranno spettacoli degni, anche non a lieto fine, ma pieni di dialoghi (passaggi) e emozioni (tiri in porta). Sulla scenografia sono tranquillo: la curva lo ho già dimostrato, sarà all’altezza.

E infine, ma non ultima, metto via la gratitudine per Lei e per la squadra perché non mi capitava da tempo di piangere di gioia e di sentirmi orgoglioso della mia alessandrinità. 

Metto poi a lavare (in conegrina) il ricordo delle ultime partite di campionato e dei fischi (anche miei) che comunque non erano per Lei, che per noi ha del Divino ma non la pensiamo Uno e trino (Presidente, Allenatore, Direttore Sportivo) e per favore non cerchi di diventarlo.

Metto a lavare anche il ricordo della partita con il Foggia. Anzi no, quello lo butto via; quella partita non è stata giocata.

E dica pure ai suoi se vengono a cercarmi che possono abbonarmi.

Ma solo dopo un po’ di partite giocate con il cuore. 

Un cordiale saluto

Un tifoso (quasi) qualsiasi 

P.s.: Lei mi era già molto simpatico prima, ma da quando ho saputo che non solo legge ma consiglia e regala libri ( “Febbre a 90° di Nick Hornby) mi ha conquistato. Allora accetti il consiglio di un bibliotecario: legga e regali anche “Fùtbol” di Osvaldo Soriano. 

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