1956: la giornata grigia degli azzurri.

Altro che Corea, altro che pagina nera. Stavolta parliamo di una pagina grigia, grigissima, scritta dagli Azzurri della Nazionale italiana. Una pagina vecchia di oltre mezzo secolo e ormai dimenticata dai più, e fortunatamente uscita dall’oblio grazie all’opera di indagine della collega Mimma Caligaris (l’episodio di cui vi narro è infatti contenuto, con dovizia di particolari, nel libro GrigiAzzurro grigio100, in uscita per il centenario dell’Alessandria Calcio).
D’altra parte, che la vicenda fosse caduta nel dimenticatoio non è così strano: con tutto il rispetto per i Grigi, infatti, a nessuna nazionale farebbe piacere far sapere di essere stata battuta, sia pure in amichevole, dall’Alessandria.
Ma vediamo come tutto questo è potuto succedere. Per l’Italia il biennio successivo ai Mondiali del 1954 in Svizzera non è dei più positivi. La Nazionale sta cercando di trovare nuovi assetti e nuove espressioni di gioco; il progetto non decollerà mai, affondato dalla clamorosa eliminazione dai Mondiali 1958 per mano dell’Irlanda del Nord, e una delle ragioni dell’insuccesso è sicuramente da ricercare nell’incapacità, da parte della Federazione, di esprimere un Selezionatore Unico. Vittorio Pozzo ha lasciato ormai da 8 anni, ma nessuno ha il suo carisma, e dal dicembre 1954, gli Azzurri sono in mano a una Commissione Tecnica formata da Angiolino Schiavio e dai dirigenti Marmo, Pasquale e Tentorio. In vista di un match contro l’Austria (si giocherà il giorno 9, e segnerà l’ultima uscita del quartetto, poi esonerato e sostituito, peraltro, da un’altra Commissione: le soluzioni all’italiana hanno origini lontane), gli azzurri si radunano a Coverciano e il quadrumvirato decide di effettuare una sgambata contro un avversario di media caratura. Viene scelta l’Alessandria, che all’epoca è in testa al campionato di serie B.
I Grigi sono in forma, e, commenta l’inviato de “La Stampa” Paolo Bertoldi: “Questo è stato un guaio. Anzichè accontentarsi di fare la spalla per l’esibizione degli avversari, hanno avuto l’orgoglio di mettere in luce il proprio valore. (…) L’undici alessandrino si comportava come lo schermitore di Ferravilla: non stava mai fermo e quindi non permetteva all’avversario di infilzarlo“.
A parte che non si capisce bene perchè i Grigi avrebbero dovuto stare fermi a fare la vittima sacrificale, viene da pensare che gli Azzurri, nelle cui fila giocano “Kamikaze” Ghezzi, Cervato, Chiappella, Segato e in avanti Boniperti e Montuori, non fossero proprio motivatissimi.
Passata in vantaggio al 26° col giovane Morbello, l’Alessandria nella ripresa si porta addirittura sul 3-0 grazie a una doppietta di Pratesi, al 50° e al 59°. Vedendo profilarsi l’impresa, l’allenatore alessandrino, Sperone (che ad aprile 1957 sarà addirittura esonerato e sostituito da Robotti) pensa bene di sostituire il portiere Lovati, dodicesimo della Nazionale, col suo titolare Stefani: non si sa mai. L’Italia reagisce e segna prima l’1-3 con un rigore di Montuori al 66° e quindi il 2-3 con una punizione di Cervato al 73°, ma non riesce a raddrizzare la partita. La batosta si rivelerà salutare, perchè il 9 dicembre gli Azzurri, quasi con la stessa formazione, batteranno per 2-1 gli austriaci. Ma non è una buona ragione per dimenticarsi della loro…giornata grigia

Firenze, stadio “Comunale”, 5 dicembre 1956
Italia-Alessandria 2-3
Italia:
Ghezzi; Magnini (Comaschi), Cervato; Chiappella (Orzan), Orzan (Bernasconi), Segato; Cervellati (Massei), Conti, Boniperti; Montuori, Longoni. All.: Commissione Tecnica
Alessandria: Lovati (Stefani), Nardi, Boniardi (Bosio); Snidero, Pedroni (Boniardi), Russi; Pratesi, Manenti, Vitali; Tinazzi, Morbello. All.: Sperone
Arbitro: Beccai


Reti: 26°Morbello (A); 50° e 59° Pratesi (A); 66°rig.Montuori (I); 73°Cervato (I)