1 aprile 1981 – QUANDO ZERBIO E PASQUALI LIQUIDARONO LA LUCCHESE

QUANDO ZERBIO E PASQUALI LIQUIDARONO LA LUCCHESE

in collaborazione con www.museogrigio.it

Su di un terreno reso scivoloso dalla pioggia caduta abbondante per tutta la giornata ed in particolare nel corso del primo tempo, l’Alessandria ha liquidato con un perentorio 2-0 la Lucchese, escludendola definitivamente dalla corsa alla promozione. Un successo, quello grigio, cercato con tenacia, inseguito vanamente per 45’, ottenuto nella ripresa “a firma” dal tandem Zerbio – Pasquali nel momento di minor pressione fatto registrare dai padroni di casa. Alessandria dunque ”all’inglese”, magari non bella da vedere ma estremamente pratica, pronta all’appuntamento con i due punti, risultato che le consente di restare a diretto contatto con la coppia di testa costituita dalla Carrarese (vincitrice a fatica sulla Biellese) e dalla Rhodense, che comincia forse a pagare lo scotto della celebrità (yedi pareggio interno con il Seregno). La sfida con i rossoneri toscani era stata preparata con cura. La squadra aveva rispettato una massacrante tabella d’allenamento tanto che (ora lo si può anche dire) lo stesso Ballacci aveva addirittura espresso il timore di avere ecceduto nella preparazione.

Poi, in campo, i mandrogni sono parsi in salute, come tutti auspicavano. Il “contorno” era degno di un big match. Non c’era il pubblico delle grandi occasioni, tenuto lontano dal maltempo, ma la folla era entusiasta e seguiva l’incontro con straordinaria passione (e con spirito polemico). Anche il servizio d’ordine era da “partitissima” . Gli spettatori venivano attentamente perquisiti all’ingresso dello stadio, per evitare il ripetersi degli incidenti che avevano caratterizzato l’incontro d’andata. Gli uomini di Ballacci, sensibili agli stimoli dell’ambiente hanno fatto centro: seppur frenati dal terreno di gioco che non consentiva finezze stilistiche e manovre rapide, hanno legittimato il successo in virtù di una maggiore aggressività e convinzione nei propri mezzi. La solidità del pacchetto arretrato, le invenzioni di Calisti a centrocampo, la vivacità di Zerbio sono state le armi vincenti. Se tutto il complesso non ha incantato, questo è dovuto agli inevitabili squilibri provocati dalla mancanza di un uomo di raccordo, che sappia collegare i due tronconi della squadra. Fallito ancora una volta l’inserimento di Maniscalco, il compito di registrare l’assetto centrale della squadra è affidato a Renato Colusso, ormai pronto al rientro. Per il momento, i grigi festeggiano i due punti; il successo sulla Lucchese consente di affrontare la prossima trasferta (domenica ad Omegna) con minore affanno e con rinnovata lena.

LA CRONACA

L’avvio dell’Alessandria è al solito molto guardingo. Ballacci manda in campo la formaziopne – tipo, affidando le due punte avversarie, Villa e Coppola, rispettivamente a Poli e Soncini. Fabris è invece messo a guardia di Ciardelli, che tatticamente agisce da mezza punta. Il vicentino finira per annullare il suo diretto concorrente (imitato, sia chiaro, dai colleghi di reparto). .I primi accenni di “bagarre” sono però della Lucchese. Al 7’, su calcio di punizione dal limite, Biliotti costringe Zanier all’intervento a terra. Poi la prima offensiva grigia al 17’. Maniscalco approfitta dello scivolone di un difensore e serve lungo Pasquali; intervento di “piatto” del centravanti da due passi ma la sfera trova sulla sua strada il corpo di Londi, che respinge in corner. Sul tiro dalla bandierina Burroni alza di poco sulla traversa con un’incornata perentoria. Gli ospiti replicano colpo su colpo. Ventiseiesimo: Ciardelli dal limite, alto. L’occasione più propizia è però al 35’. Maurizio Maniscalco cerca spazio sulla destra, vicino alla bandierina del “corner”, spedisce il pallone in piena area per Burroni che irrompe di destro e sfiora l’incrocio dei pali (ma c’è stata una deviazione). La svolta giunge nella ripresa, proprio quando l’Orso Grigio aveva concesso un attimo di tregua all’avversario. E’ la retroguardia toscana a combinare il “pasticciaccio”. C’e un passaggio avventato del giocatore D’Arrigo, Pintauro è colto in contropiede, scivola, riesce a toccare il cuoio, annaspa per raggiungerlo; Zerbio si supera: mentre il pallone sta uscendo dallo specchio della porta l’ala ha un guizzo, riesce a deviare; la sfera “carambola” su Guaglianone e finisce mollemente in fondo al sacco: 1-0. Negli spogliatoi tutti saranno concordi nell’assegnare il punto al giovane attaccante. Sull’entusiasmo l’Alessandria insiste, ma per poco la Lucchese non pareggia. Poli e Soncini hanno un’indecisione al limite dell’area, Silvano Villa si inserisce e conclude pericolosamente a fil di palo, con Zanier chiaramente in difficoltà. II raddoppio tronca comunque ogni discussione. E Angelo Calisti a dare il ” la ” all’azione del 2-0, pescando alla perfezione Pasquali, ben appostato. II centravanti accenna ad una finta, entra in area e Guaglianone, che lo marcava da vicino, lo atterra senza tanti complimenti: Fassari non ha esitazioni ed indica il dischetto del “rigore”. E’ lo stesso Pasquali a spiazzare Pintauro per l’entusiasmo di Ballacci che lancia in aria il cappellino ed entra in campo con tutta la panchina. La partita si chiude praticamente al 29’, con il gol appena descritto. Per il restante quarto d’ora la gara non ha storia. E’ troppo facile per i padroni di casa controllare gli spenti avversari. I tifosi hanno via libera. Gli “ultras” improvvisano un vero e proprio funerale ai danni degli avversari Lucchesi; trasportano attorno al campo una bara, ricoperta di un vessillo rossonero facendo sosta attorno alla panchina di Vitali, allenatore degli ospiti che sconfitto, non ha neppure la forza di replicare.

(Da “Il Piccolo” del 1 aprile 1981)